Israele chiude le porte a Grass “È una persona non gradita”

by Editore | 10 Aprile 2012 6:49

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GERUSALEMME – Su Gà¼nter Grass e sulla sua poesia anti-israeliana sembrava che lo Stato ebraico dovesse limitarsi al disprezzo e alla durissima condanna. E invece le dinamiche della politica interna israeliana hanno alzato i toni, fino a suggerire al ministro dell’Interno di dichiarare lo scrittore tedesco “persona non grata”. Eli Yishai, ministro del partito Shas (destra religiosa) utilizza una legge del dopoguerra che bloccava l’ingresso in Israele ai reduci del nazismo per vietare all’intellettuale di metter piede nel paese che lui stesso ha definito «un pericolo per la pace nel mondo». Per il ministro israeliano «i versi di Grass mirano ad alimentare le fiamme dell’odio verso lo Stato d’Israele e il popolo israeliano, e a diffondere le medesime idee di cui egli fu complice quando indossava l’uniforme delle SS: se vuole promuovere i suoi libri falsi e distorti, lo faccia in Iran dove troverà  udienza e sostegno».
Anche il ministro degli Esteri Avigdor Lieberman, proprio durante l’incontro con il premier italiano Mario Monti, aveva parlato dello scrittore tedesco come esempio «dell’egoismo di quegli pseudo-intellettuali occidentali disposti a sacrificare per la seconda volta il popolo ebraico sull’altare di folli antisemiti». Ma bandire Grass da Israele è una misura che molti nella parte laica del paese definiscono una esagerazione a fini di propaganda interna. Come il giornale Haaretz che scrive che «Grass ha scritto soltanto una poesia; lo Stato d’Israele, attraverso il suo ministro dell’Interno, ha reagito in maniera isterica. Ci sembra che la politica indesiderabile abbia superato la persona indesiderabile». Haaretz non difende Grass, e anzi in un lungo articolo ricorda che l’intellettuale tedesco aveva già  mostrato tutta la sua ambiguità  sull’Olocausto degli ebrei. Dopo aver detto di essere stato una Waffen SS all’età  di 17 anni, Grass aveva aggiunto che «noi tedeschi portiamo la responsabilità  per i crimini del Nazismo, l’Olocausto non fu l’unico crimine». E poi passava a fare un conteggio assurdo: «Di otto milioni di soldati tedeschi catturati dai russi solo 2 milioni sono sopravvissuti, tutti gli altri vennero liquidati». 
In Germania intanto il ministro della Sanità  Daniel Bahr, liberale (Fdp), è stato il primo esponente governativo a esprimersi ieri. Ha definito «esagerata» la decisione delle autorità  israeliane di dichiarare Grass persona non grata, aggiungendo di non poter immaginare che Grass voglia recarsi in Israele. Bahr ha comunque ribadito le critiche alle posizioni espresse dal Nobel per la letteratura nella sua poesia, affermando che «è triste vedere qualcuno così segnato dalla seconda guerra mondiale e che si mostri così ostinato nei suoi pregiudizi». Renate Kuenast, una delle leader dei Verdi, ha anche criticato la decisione di Gerusalemme lamentando che «adesso si parlerà  del divieto d’ingresso per Grass e non delle sue posizioni». 
Prima che Gerusalemme vietasse l’ingresso a Gà¼nter Grass, il ministro degli Esteri Guido Westerwelle ha scritto su Bild am Sonntag dure critiche allo scrittore. «Chi minimizza la minaccia dell’Iran, nega la realtà ». Anche due grandi intellettuali tedeschi, cioè il grande critico letterario Marcel Reich-Ranicki, sopravvissuto all’Olocausto, e lo scrittore Rolf Hochhuth, hanno attaccato Grass. Reich-Ranicki ha scritto sulla Frankfuter che il poema di Grass è disgustoso, e che lo scrittore capovolge il mondo descrivendo Israele e non l’Iran come minaccia. Per Rolf Hochhuth, le prese di posizione di Grass con la poesia sono un grave e minaccioso deragliamento, tanto più considerati sia il passato tedesco sia quello personale dello scrittore.

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