Israele: “Le accuse di Grass sono antisemite”

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BERLINO – «Le accuse di Grass a Israele evocano l’antisemitismo, vecchia tradizione europea. Specie nel dettaglio di lanciare accuse agli ebrei prima del Pessach, la Pasqua ebraica». La reazione ufficiale dello Stato d’Israele alla provocazione del massimo scrittore tedesco vivente è venuta sul sito dell’ambasciata a Berlino. Per il governo tedesco, chiamato in causa da Grass per le forniture di sottomarini allo Stato ebraico, «c’è libertà  di espressione per gli artisti e per fortuna anche libertà  del governo di non commentare le loro esternazioni, Grass e la Cancelliera non sono amici e non lo saranno». E Ruprecht Polenz, portavoce di politica estera della Cdu, il partito di governo, aggiunge: «Grass è un grande autore, ma di solito in politica si sbaglia, il paese che preoccupa è l’Iran». 
Ecco il day after. Il Nobel per la letteratura tedesco probabilmente se lo aspettava: con le sue accuse a Gerusalemme e il suo sdoganamento di fatto del programma atomico iraniano si attira accuse, condanne, denunce. 
Ricordiamo brevemente i fatti: in una poesia pubblicata ieri su Repubblica, sulla Sueddeutsche Zeitung, su El Paìs, Grass definiva Israele con il suo deterrente atomico, e non già  l’Iran con il suo programma atomico militare, come minaccia alla pace. E condannava la fornitura di sottomarini tedeschi a Gerusalemme. 
«E’ un vero e proprio proclama antiebraico», ha denunciato l’ex presidente delle comunità  ebraiche italiane, Amos Luzzatto. «L’attacco di Grass è oltraggioso», ci ha detto ieri Efraim Zuroff, cioè l’erede di Simon Wiesenthal, cacciatore degli ultimi criminali nazisti. «Riflette la trasformazione dell’antisemitismo tedesco negli ultimi anni». Per i tedeschi a cui nome Grass parla, continua Zuroff, «Israele è il bersaglio, il simbolo degli ebrei odiati. Il tamburo di latta che egli oggi suona non è quello della coscienza morale, compromessa dalla sua ammissione di aver militato nelle SS, bensì quello del profondo pregiudizio contro il popolo ebraico».
Durissime le reazioni della comunità  ebraica tedesca. Dieter Graumann, suo presidente, parla di «pamphlet aggressivo che capovolge la realtà ». «L’Iran è la minaccia alla pace mondiale», nota Charlotte Knobloch, una delle sue esponenti più autorevoli, «Israele è l’unica democrazia nella regione e l’unico paese al mondo la cui esistenza sia messa in forse». Per Deirdre Berger dello American Jewish Committee, «Grass rovescia la situazione e difende un regime brutale». Sul quotidiano liberalconservatore Die Welt, ritenuto vicinissimo al governo Merkel si leggeva: «Grass si rivela di nuovo come l’eterno antisemita, esempio dell’antisemitismo d’alto livello, un intellettuale che ha un problema con gli ebrei. Il cerchio della sua storia si chiude, ed era cominciato da adolescente nelle SS». Solo secondo la Linke, la sinistra radicale erede della dittatura chiamata Ddr, «Guenter Grass ha ragione indicando i pericoli di guerra».


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