Nuovo look vecchio Fronte nazionale

Loading

Per Marine Le Pen la campagna è già  un successo: ha dimostrato di essere in grado di succedere al padre, ha piazzato i suoi uomini, primo tra tutti il compagno Louis Aliot, esibisce la «preda» – l’avvocato mediatico Gilbert Collard, un tempo antilepenista – come prova del cambiamento del Fronte nazionale. Ha iniziato la campagna sulle questioni economiche, convinta che il popolo franco-francese, che soffre, l’avrebbe seguita nella richiesta di uscire dall’euro. Ma l’economia non è suo terreno e le idee non erano molto chiare. Il discorso diventava confuso al di là  dello slogan del «popolo contro l’élite». Così, Marine Le Pen ha ripreso i temi del padre: immigrazione e sicurezza. Combatte il «sistema Umps» (Ump + Ps), si è scagliata contro gli abusi degli immigrati e dei loro discendenti. Ha parlato di frontiere, per le merci e per gli uomini. Ha giocato su due registri contraddittori, le vecchie posizioni dell’estrema destra e la modernità  che incarna, in quanto giovane donna, divorziata, attiva (è avvocata), che ha allevato da sola i figli. A Sciences Po, in un incontro con i candidati organizzato dal magazine Elle, è riuscita a farsi applaudire alla fine del discorso, malgrado fosse stata accolta tra i fischi e senza aver rinunciato a definire «aborto di confort» l’interruzione volontaria della gravidanza utilizzata troppo spesso come anticoncezionale a spese della collettività . Marine, però, ha ricordato che non è contro l’aborto. Un mezzo passo avanti, per poi tornare ad arroccarsi sui temi sicuri: la tattica di Marine Le Pen si è trasformata nella strategia di sdoganamento dell’estrema destra. Sarkozy ha ripreso i suoi argomenti. Tra cinque anni, Marine Le Pen potrebbe essere ancora più ingombrante.


Related Articles

I dipendenti pubblici bloccano Israele

Loading

Anni di politiche ultraliberiste pesano sui lavoratori: il precariato dilaga. E ora scoppia la protesta Trasporti, banche, uffici pubblici, aeroporto, ospedali: i sindacati chiedono contratti ai precari

Ucraina. La repressione contro il leader pacifista Yurii Sheliazhenko

Loading

Il procuratore chiede gli arresti domiciliari e il sequestro di computer, telefono e documenti. Ma l’accusa di «giustificare la guerra di aggressione russa» semplicemente non sta in piedi. Anche Pax Christi gli esprime solidarietà

Che «razza» di elezioni

Loading

ISRAELE A DESTRA
È finita una campagna elettorale apparentemente noiosa e dai risultati attesi. Ma ciò non occulta i nodi del voto: il sistema «democratico» israeliano è in profonda crisi. Come nel voto precedente si potrebbero ripetere, drammaticamente, la crescente apatia pubblica e la carenza di dibattito autentico. Il premier Netanyahu si presenta come l’uomo vincente, l’unico in grado d’affrontare le minacce ad Israele. E, dopo lunghe settimane di silenzio sull’Iran, ora il nostro «gladiatore» ci ricorda i pericoli persiani – sappiamo bene cosa sia il «pericolo».

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment