Passera corregge la Fornero “La riforma andrà in porto ma accettiamo miglioramenti”
ROMA – Barra al centro: la riforma del lavoro passerà e il governo non se ne andrà a casa.
Perché anche se questo «è il momento più difficile della crisi» e non ci sono «ideone» per uscirne subito, é solo procedendo sulla strada delle riforme che il Paese potrà rimettersi in moto.
E’ così che Corrado Passera, ministro dell’Economia, cerca di stemperare la tensione sul futuro dell’esecutivo e sulle polemiche fuori e dentro al Palazzo. Un clima teso che ha toccato il culmine, nelle ultime ore, con lo scontro a distanza fra la Fornero e la Confindustria da una parte, e le proteste di piazza dall’altra.
Chiamata a rispondere sulla già approvata riforma delle pensioni (con una manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil sulla questione degli esodati) e su quella del lavoro, il ministro Fornero aveva infatti posto una sorta di ultimatum: o le norme passano o il governo va a casa. Una minaccia dalla quale ieri il collega Passera – intervenendo alla trasmissione di Lucia Annunziata « In 1/2 ora» – ha preso in realtà le distanze, assicurando che, certo, sulla questione si può trattare, ma il provvedimento passerà all’esame delle Camere.
«È una buona riforma, come ogni cosa può essere ulteriormente migliorata, ma sono sicuro che arriverà in fondo» ha precisato Passera. «Chi ha enfatizzato la questione dell’articolo 18, anche tra le fila del governo, ha sbagliato – ha ammesso – ma era inevitabile perché anche per chi ci guarda da fuori era diventato una cartina di tornasole».
Serve dunque un clima di collaborazione piuttosto che un autaut: tanto più che lo stesso Bersani, leader del Pd, si è detto ottimista sulla rapida chiusura della partita lavoro. «Voglio essere costruttivo, faremo gli aggiustamenti dovuti in Parlamento, ma la riforma va avanti» ha commentato.
Non è dunque tempo di fare minacce, ha fatto capire Passera anche perché, « questo è il momento più difficile: la crisi morde e si sente nella vita della gente» e quindi «è sempre più importante mantenere la barra al centro e continuare sulla strada delle riforme». Inutile però dare la caccia a grandi «ideone» che ci portino con un balzo fuori dal tunnel: non ci sono e sarebbe «fuorviante» creare un’aspettativa. Anzi, ha detto Passera, «se da dieci anni l’Italia non cresce in maniera adeguata forse è perché abbiamo sempre cercato ideone o scorciatoie».
E nessun facile entusiasmo neanche riguardo alle novità che potrebbero sortire dal Consiglio dei ministri di oggi dedicato alla delega fiscale (l’esame del Def, il Documento di economia e finanza, è invece slittato alla riunione di mercoledì prossimo). E’ vero, ha confermato Passera, che durante il vertice dovrebbe essere varato il Fondo nel quale far confluire le risorse recuperate dalla lotta all’evasione, ma anche «con la spending review» la revisione delle voci di spesa e «la valorizzazione di attivi pubblici». Ma le destinazioni di tale “tesoretto”, ha chiarito il ministro, potranno essere molteplici e saranno decise «solo quando il Fondo sarà costituito». Le risorse recuperate potranno servire «a ridurre le tasse ai redditi bassi, per iniziative di sviluppo che creino occupazione, per ridurre il debito pubblico». Un ventaglio di proposte, ma tempi e destinazioni ancora generiche che sembrano fatte apposta per evitare che intanto parta l’assalto alla diligenza.
Nemmeno sulla benzina ci saranno buone notizie in tempi brevi: « Abbiamo dovuto toccare le accise per far fronte ad una emergenza – ha detto Passera – è una delle cose sulle quali, appena possibile, torneremo indietro».
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