“Crescita senza ulteriori debiti” La ricetta di Monti e Barroso
BRUXELLES – La crescita economica è la nuova priorità dell’Europa, ma deve essere stimolata aumentando la competitività e non il debito pubblico. È questo il messaggio che Monti e il presidente della Commissione Barroso lanciano da Bruxelles verso Parigi, dove il candidato socialista Hollande, in polemica con Sarkozy e la Merkel, insiste per rinegoziare il Trattato sull’Unione di bilancio.
Un messaggio che viene autorevolmente confermato anche dalla Cancelliera tedesca, che ieri in una intervista ha escluso la possibilità di riaprire i negoziati sul Trattato che impegna i governi al pareggio di bilancio. «Il fiscal compact – ha detto la Merkel – è stato negoziato e sottoscritto da 25 capi di governo ed è già stato ratificato da Portogalloe Grecia, mentrei parlamenti di tutta Europa sono sul punto di adottarlo: non è possibile negoziarlo nuovamente». Una posizione confermata parola per parola dal portavoce della Cancelleria, Steffen Seibert, secondo cui, accanto al rigore, «la crescita è stata il secondo pilastro della politica anticrisi tedesca».
Il risanamento dei conti pubblici non è negoziabile, dunque.
Mentre il parlamento olandese vara un bilancio di rigore coni voti dei moderati e di parte della sinistra dopo che il partito di ultra-destra ha fatto cadere il governo, mentre l’esecutivo belga approva nuovi tagli ai bilanci, Mario Monti è venuto a Bruxelles per promuovere quella che è,a suo parere, la sola soluzione possibile. Ieri mattina il premier italiano ha avuto un lungo colloquio con Barroso. Al termine dell’incontro, durato più del previsto, i due hanno emesso un comunicato in cui affermano: «Abbiamo concordato che il rilancio della crescita deve avvenire attraverso un impegno senza tregua per il miglioramento della competitività e non attraverso un ulteriore indebitamento». L’aumento della competitività , Monti lo ha spiegato mercoledì intervenendo ad un convegno a Bruxelles con il presidente del Consiglio europeo Van Rompuy, si ottiene attraverso riforme strutturali. Ma queste, da sole, non bastano a produrre crescita economica.
Ed ecco allora che Monti e Barroso propongono che il risanamento dei bilanci debba «procedere assiemea investimenti mirati per aumentare la competitività e al tempo stesso contribuirea rilanciare la domanda nel breve termine». Oltre, altro pallino del Professore, ad un completamento del mercato interno in particolare «nei settori dell’economia digitale, dell’energia e dei servizi».
La tesi di Monti, dunque, trova porte spalancate a Bruxelles. Anche perché la Commissione da tempo va insistendo su questi temi e ha già pronti due strumenti per finanziare gli investimenti produttivi: i “project bond”, e una ricapitalizzazione della Bei, la Banca europea degli investimenti. I «projectbond», che Barroso ha ribattezzato «growth-bond», cioè bond per la crescita, sono titoli di debito emessi con la garanzia della Commissione e degli stati membri per raccogliere capitali da destinare al cofinanziamento di opere pubbliche trans-europee. Quanto alla Bei, si calcola che con un aumento di capitale di dieci miliardi forniti dai governi europei, la banca lussemburghese potrebbe mobilitare crediti fino a 180 miliardi.
Il problema, però, è come convincerei governi, tutti impegnati in politiche di austerità finanziaria, a scucirei fondi necessaria finanziare questi investimenti. L’idea che Monti ha ventilato nella sua due giorni bruxellese, e di cui ieri ha parlato anche con Barroso, è quella di scorporare queste spese dal calcolo del debito e del deficit. Una ipotesi che fino ad ora ha trovato la netta opposizione della Germania.
Ma, di fronte alla crescente pressione che tutti i governi stanno esercitando su Berlino per affiancare al rigore anche qualche stimolo allo sviluppo, la Merkel potrebbe ammorbidire le sue posizioni.
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