Sarkozy promette «frontiere», Hollande un paese più umano

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Mercoledì sera, Hollande ha reso noto cosa farà  nel primo anno di presidenza. Giovedì pomeriggio, Sarkozy ha risposto con una conferenza stampa, dove ha presentato la «Lettera al popolo francese», un fascicoletto di 34 pagine che verrà  stampato in milioni di esemplari. Hollande, che aveva presentato il suo programma già  nello scorso gennaio, si è limitato a precisare cosa farà  nel primo anno dell’eventuale presidenza: si tratta di un insieme di decisioni, molte economiche (legge bancaria per la separazione delle attività  di sportello e quelle d’affari, solidarietà  attiva verso i giovani, aumento delle risorse per le case popolari, avvio della riforma fiscale ecc.). Hollande intraprenderà  subito l’iter europeo per modificare il Fiscal Pack. La pensione tornerà  a 60 anni per chi ha lavorato dai 18 anni e ha almeno 41 di contributi. I salari nelle imprese verranno stabiliti su una scala massima di uno a venti. Ma ci sarà  anche da subito il «congelamento» della spesa pubblica e un programma di stabilità  per arrivare all’equilibrio di bilancio entro il 2017. Hollande promette il ritiro dall’Afghanistan entro la fine 2012. E soprattutto una Francia dal volto più umano (fin di vita, matrimoni per coppie omosessuali) e più aperto all’altro. 
Sarkozy ha risposto senza vere novità  (a parte un’assurda promessa amministrativa di pagare le pensioni il primo del mese e non l’8, come oggi), ma confermando il giro di vite a destra tutta. Il presidente-candidato vuole evitare i «blocchi» rappresentati dai «corpi intermediari»: se la legge non passa (espulsioni degli immigrati illegali per decisione amministrativa, obbligo per i disoccupati di accettare il lavoro proposto) ci sarà  l’appello diretto alla «volontà  popolare» con il referendum. L’equilibrio di bilancio è previsto per il 2016 e i tagli saranno di 115 miliardi, tre quarti sulla spesa pubblica e un quarto con aumenti delle entrate fiscali. Gli enti locali (in stragrande maggioranza diretti dai socialisti) saranno obbligati ad accettare il rigore. Ci sarà  un tetto alla spesa sanitaria e la Francia congelerà  il contributo alla Ue (600 milioni). Per compiacere l’estrema destra, Sarkozy parla di «frontiere»: «Una società  senza frontiere è una società  senza rispetto – scrive Sarkozy – un paese senza frontiere è un paese senza identità . Un continente senza frontiere è un continente che finisce per erigere dei muri per proteggersi». Sarkozy ha anche vantato il proprio «bilancio». Il presidente ritiene di aver lasciato «una Francia abbastanza forte per proteggere i francesi». Il paese sarebbe minacciato, in caso di vittoria di Hollande: Sarkozy ha fatto l’esempio della Spagna (di Zapatero). Ha previsto che nel caso ci sia «una minima distanza» tra gli atti e «la parola della Francia» (la firma del Fiscal Pack), il paese finirà  come la Spagna in questi giorni, sotto gli attacchi della finanza internazionale. Per Sarkozy, Hollande è solo capace di promettere un «bombardamento fiscale» e di fare promesse «come se il mondo non esistesse». I due candidati favoriti per il ballottaggio hanno organizzato uno scontro simbolico per domenica 15: prendendo esempio da Jean-Luc Mélenchon, che riempie le piazze, Hollande sarà  a Vincennes, mentre Sarkozy riunisce i simpatizzanti alla Concorde.


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