Sindaci e partiti in rivolta contro l’Imu-bis

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ROMA – Monti dice che il governo non ci pensa proprio all’Imu bis. Ma la frittata è già  lì, servita per il weekend e a poco serve frenare o negare l’evidenza.
Tutti i sindaci si sfilano e seppelliscono con secchi “no” la possibilità  di introdurre una Imu aggiuntiva. Non ne vogliono sapere di brandire quel nuovo balzello, puntato su milioni di cittadini, che andrebbe ad aggiungersi ad una lunga e onerosa lista di imposte introdotte negli ultimi mesi. L’origine di questa tassa di scopo è però chiara: fu istituita nel 2006 dal governo guidato da Romano Prodi, fu successivamente ampliata da Silvio Berlusconi e, negli ultimi giorni, messa a punto dall’esecutivo Monti che oggi ne disconosce la paternità .
In prima fila, dalla parte del “no” c’è il presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani. Graziano Delrio, primo cittadino di Reggio Emilia, stronca sul nascere quel testo inserito di soppiatto nel dl fiscale – ma in realtà  sponsorizzato all’origine dalla stessa associazione – e finalizzato al finanziamento di opere pubbliche da parte dei Comuni: «L’Imu bis? Un senso avrebbe potuto averlo in presenza di un’Imu più leggera ma oggi la pressione fiscale è già  troppo elevata», dice che sarà  «molto difficile per i sindaci applicarla nei loro Comuni. E io non lo farò. Ed è un peccato – aggiunge Delrio – perché la tassa di scopo era lo strumento più adeguato per riconciliare i cittadini con la politica. Perché permette di controllare in tempi certi per cosa vengono utilizzati i soldi che pagano. E l’Imu – conclude – è invece una patrimoniale occulta, indistinta».
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani: «Sull’Imu-bis non ho parole. Chi l’ha voluta e approvata dovrebbe solo venire nelle nostre sedi e vedere che c’è chi piange dopo essersi fatto fare i conti della tassa e questo ancora prima che venisse addirittura “bissata”».
E i partiti che appoggiano Monti cosa dicono? Angelino Alfano, dal centrodestra, mette le mani avanti e invita candidati sindaci e primi cittadini di area Pdl, a non applicarla: «L’Imu-bis è un’imposta che è facoltà  dei sindaci applicare e noi chiederemo ai nostri candidati e ai nostri sindaci di non farne uso perché la riteniamo una ulteriore vessazione sulla casa».
Dal centrosinistra, invece, si leva (dal suo profilo sul socialnetwork Twitter) la voce di Pierluigi Bersani che si limita a scrivere, con una battuta che non scalda la platea virtuale, «Imu Iva accise. Tasse sul burlesque». Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, infine, non condivide le posizioni dei partiti che sostengono Monti sulla possibilità  di introdurre un bis dell’imposta e invita tutti a non indebolire il governo Monti: «Vedo che Pd e Pdl si meravigliano che esista una tassa di scopo ovvero l’Imu bis. Quella tassa l’ha istituita Prodi e Berlusconi l’ha rafforzata – sottolinea – ma invece di inventare ogni giorno un problema nuovo aiutiamo Monti, non creiamo altri pretesti. Bisogna essere seri e riflettere sulle conseguenze delle cose».


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