Tra baracche e cemento l’autoritratto della nuova Italia

Loading

Anche se le statistiche sono una lingua che chiede di essere tradotta con molta circospezione, questi due dati, incrociati, sembrano dare ragione a chi denuncia una cementificazione indiscriminata e immotivata (o motivata solo dalla speculazione) del nostro territorio. Gli edifici sono aumentati di una percentuale quattro volte più grande rispetto all’aumento degli umani. E nel paese dei mille borghi abbandonati, dei centri storici svuotati, della superfetazione delle villette a schiera che vanno a smarginaree confondere il confine tra città  e campagna, i dati del nuovo censimento aiutano a capire che la gestione del territorio è una delle questioni più gravi e irrisolte.

Il secondo colpo d’occhio vede triplicati, in dieci anni, i residenti stranieri. Sono 3 milioni e 769 mila, ed è il loro arrivo (e la loro forte natalità ) ad avere compensato la pigrizia demografica di noi italiani indigeni. Sono, gli immigrati, il solo vero elemento di percepibile dinamismoe di mutamento socialee culturale di un paese altrimenti “fermo” (a parte il fiume di cemento…). LA FAMIGLIA Rosaria Di Guglielmo e i suoi tre bambini sono stati accolti nel campo rom di via Bonfadini, nella periferia Sud di Milano vicino all’Ortomercato Gli edifici sono aumentati in modo impressionante e così le case Sono state create aree di nuova urbanizzazione con quartieri fantasma senza servizi STA alla lettura e all’ideologia di ognuno, naturalmente, decidere se questa “contaminazione” dall’esterno sia minacciosa o promettente. Certo è un fenomeno oramai strutturale (gli stranieri erano il 2,4 per cento della popolazione totale nel 2002, oggi sono il 6,34), e così “italiano” che risulta difficile, per chi ha meno di quarant’anni, immaginare o ricordare un’Italia senza stranieri, senza asiatici, africani, slavi, arabi.

Il censimento, per altro, conferma in modo inoppugnabile che l’immigrazione è anche un termometro implacabile del benessere economico di un territorio: due stranieri su tre vivono nel Nord Italia, nelle regioni dal reddito più alto e dal tessuto economico più sviluppato. L’assenza di immigrazione è segno chiarissimo di gracilità  economica. Anche questo dovrebbe insegnarci ad accogliere gli stranieri, quando bussano alla nostra porta, come una buona notizia.

Terzo colpo d’occhio: il cambiamento delle famiglie. Il loro numero è aumentato (i nuclei familiari censiti sono circa 2 milioni e mezzo in più rispetto al 2002), ma le dimensioni sono più ridotte: 2,4 il numero medio dei componenti (era 2,6 dieci anni fa). Influisce fortemente sul dato la frammentazione del concetto stesso di famiglia: le famiglie allargate sono illeggibili dalle statistiche, ma si moltiplicano con il forte aumento di separazioni e divorzi. Così che il concetto stesso di “nucleo familiare” perde progressivamente senso, e i 2,4 componenti di ogni nucleo non riflettono la densità e la varietà  dei rapporti, anche coabitativi, tra persone non più facilmente definibili come membri di questo o quel nucleo. Si pensi, per esempio, ai tanti figli di separati che sono censiti in una sola casa, ma vivono abitualmente in due case. Quarto e ultimo colpo d’occhio: sono aumentati in modo esponenziale, rispetto al censimento di dieci anni fa, i residenti in Italia che dichiarano di abitare in baracche, roulotte o tende. Da 23 mila a 71 mila. È uno dei contraccolpi più vistosi, anche se quantitativamente meno rilevanti, dell’immigrazione, dell’aumentato ingresso di nomadi e dunque di poveri, che ci rimettono di fronte a immagini anche estreme di indigenza e di disagio sociale.

Un piccolo grande cortocircuito storico, che rende a noi coeve situazioni da dopoguerra, rifugi di fortuna e villaggi di lamiera che sorgono nel fango e tra le erbacce delle periferie urbane, questua diffusa, grande difficoltà  di integrazione e di scolarizzazione. L’Italia è stata, per moltissimi arrivati da lontano, un approdo dignitoso e un progetto di vita. Per pochi è un parcheggio precario, una parentesi di stenti. È importante, ed è anche civile, che il quindicesimo censimento nazionale sia una fotografia così grande, e così minuziosa, da essere riuscita a inquadrare anche le baracche,i camper arruginiti, i tetti di lamiera, le vie di terra battuta dove i bambini giocano con niente, come è pratica diffusa nelle infinite lande povere del pianeta.


Related Articles

No Tav, retata nei centri sociali

Loading

«Strategie para-terroristiche» Arresti per ventisei No TavI pm: manuale per l’assalto alla polizia. Manifestazioni da Roma a Milano. Venticinque ordini di custodia cautelare in carcere (scesi a 24 dopo il rilascio di una donna incinta), due agli arresti domiciliari, 15 provvedimenti di obbligo di dimora e un divieto di entrare nella provincia di Torino: è il bilancio finale dell’inchiesta della Digos e della Procura di Torino contro l’ala più dura del movimento. No Tav ritenuta responsabile dei violenti scontri in Valle di Susa il 27 giugno e il 3 luglio 2011. Nella rete anche l’ex br Maurizio Ferrari arrestato 38 anni fa proprio dal procuratore Gian Carlo Caselli.

Povertà estrema, c’è la carta per l’inclusione. “Riguarderà 170 mila soggetti”

Loading

Adottata dal Consiglio dei ministri, sarà sperimentata in tutto il Mezzogiorno. Interessate circa 170 mila persone. Il premier Letta: “E’ il segno della nostra attenzione ai problemi della popolazione”. Prorogata per tutto l’anno anche la “vecchia” social card: coinvolti 425 mila individui

Nei laboratori della vita 100+

Loading

Oltre Faust  Next    Grazie ai successi della medicina la tendenza è già  in atto da tempo, ma il vero strappo deve ancora avvenire Ed è proprio questo l’obiettivo dei centri di ricerca della California, dove sperimentando l’alterazione di due soli geni si programma la nuova frontiera della longevità  L’università  di Pittsburgh lavora sulle “matrici extracellulari”: il corpo umano diventa autocantiere 

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment