Zero fondi, si rischia Rosarno bis

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Lo stile è cambiato, ma la sostanza no. Maroni&Calderoli sono un ricordo sbiadito del passato ma i nuovi Riccardi e Cancellieri non invertono la tendenza. Tanto che dalla Calabria si lancia un serio allarme: «Rischiamo altre Rosarno». A farsi portavoce due sindaci antirazzisti: Giovanni Manoccio di Acquaformosa e Mimmo Lucano di Riace. «Le convenzioni firmate tra i soggetti gestori e la Protezione Civile sono completamente disattesi dai ritardi nel pagamento delle spettanze agli enti locali e agli enti gestori, che, malgrado tutto, in una situazione di crisi economica epocale, devono anticipare, da otto mesi, le spese quotidiane degli ospiti. Con le scelte del governo dell’epoca si è volutamente cercato di distruggere il sistema “Asilo”, sostituendo le politiche di accoglienza ed integrazione, che rispondevano ai progetti Sprar, a quelli altamente redditizi della Protezione Civile». C’è, dunque, il pericolo di altre Rosarno, con 1600 rifugiati dislocati tra Rogliano, Cetraro, Falerna e Riace. Per il ritardo nelle convocazioni dei richiedenti asilo e per i dinieghi che in questo momento superano il 70% delle richieste, facendo diventare i migranti facile preda della criminalità  organizzata, ed anche per la carenza dei rimborsi economici che non garantiscono tranquillità  agli operatori. Il silenzio di Riccardi «Tutto ciò rappresenta una miscela esplosiva – dicono Manoccio e Lucano – della quale le forze politiche e sociali si stanno completamente disinteressando, lasciando l’onere della gestione solo ed esclusivamente agli Enti gestori dei progetti». Tace Riccardi (a cui i sindaci hanno scritto più volte), tace Gabrielli, il capo della Protezione civile. Mentre la Corte dei Conti, a cui è demandato in via preventiva lo sblocco dei finanziamenti, sta attuando una politica di attesa, ritardando le pratiche e mentre la sezione della Calabria sta interpretando in modo restrittivo l’applicazione dell’art.10 della convenzione Opcm 3933-2011 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che recita: «Il soggetto attuatore liquiderà  dietro presentazione di fattura le prestazioni entro 30 giorni e non oltre 60 giorni». Inoltre le risorse per l’anno 2012 non sono state ancora messe a bilancio, nonostante sia stata prorogata per tutto il 2012 l’emergenza Nordafrica. Una situazione drammatica, con molti migranti a cui viene respinta la richiesta di asilo senza neppure vedere riconosciute le esigenze di protezione umanitaria. Il rientro nei paesi di origine è per la maggior parte di loro impossibile per l’assenza di legami sociali ed economici con paesi lasciati molti anni fa, in giovanissima età . «Si tratta di persone che vanno tutelate per evitare che possano trovarsi allo sbando nel territorio nazionale. Ne conseguirebbero gravi fenomeni di tensione sociale. E se scoppiasse una nuova Rosarno bruceremmo in un attimo anni di integrazione e di accoglienza».


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