Continua la crescita del commercio equo: +3% di fatturato e occupati

Loading

ROMA – L’Assemblea Generale del Commercio Equo e Solidale (Agices) presenta oggi il Rapporto nazionale 2012, la più completa e aggiornata fotografia che mostra i volumi, l’andamento e i valori del fair trade italiano. Con i suoi 90 Soci distribuiti in 15 regioni italiane italiane, Agices rappresenta un movimento con una diffusa presenza sul territorio: una rete che si avvale di oltre 247 Botteghe del Mondo, punti vendita di prodotti del commercio equo ma anche luoghi di informazione che presidiano la relazione con i cittadini, la istituzioni e la società  civile, “dando concretezza ai principi e ai volti del fair trade”.

I dati del rapporto. Secondo i dati di Agices 2012 (che si riferiscono alle attività  dei soci del 2010), i numeri del commercio equo italiano sono in crescita: in particolare il fatturato totale registra un aumento del 3%. A questo corrisponde un aumento del 19% delle importazioni dal Sud del mondo, del 4% delle spese che le organizzazioni equo-solidali hanno fatto per le attività  di informazione e del 3% del numero di occupati in questo settore.

Il commercio equo continua a crescere.Il commercio equo e solidale in Italia, dopo aver superato la crisi economica del 2009 con una sostanziale tenuta delle vendite, ha segnato per il 2010 una crescita complessiva del 3%, passando dai 79 milioni e mezzo di euro dell’anno precedente a 81 milioni e 700 mila euro – rivela il rapporto -. Questo quadro generale presenta differenze significative a livello regionale”.
In questo scenario, i ricavi da vendita di prodotti fair trade costituiscono il 90% del totale: il
restante 10% (in espansione rispetto all’anno precedente) è rappresentato da vendita di prodotti non del commercio equo (economia sociale italiana, biologico, filiera corta) e da altri ricavi (servizi).
“A livello internazionale il fair trade si mantiene in espansione – continua l’Agices -: i dati ufficiali di Flo (Fairtrade International) parlano di una crescita del 27% nel 2010 rispetto al 2009, raggiungendo la cifra di 4,36 miliardi di euro. Questo corrisponde anche a nuove gamme di prodotti, quali ad esempio oro, scarpe, legno… che interessano mercati finora mai raggiunti”.

Il Commercio Equo investe in “buona occupazione”. Nel 2010 le organizzazioni equosolidali hanno garantito uno spazio di lavoro a oltre mille persone in tutta Italia e investimenti a livello aggregato nazionale di circa 13 milioni e 300mila euro, registrando una diminuzione di 20 unità  a fronte di un aumento della spesa per il lavoro di oltre 420.000 euro. “I dati confermano la volontà  delle organizzazioni di investire in occupazione stabile – sottolinea il rapporto -: considerando la spesa totale del lavoro presso le organizzazioni iscritte al registro Agices, notiamo che il lavoro dipendente rappresenta l’86% del costo totale (era l’84% nel 2009). Si conferma infine la presenza di lavoratrici, che si mantengono pari al 63% del totale numero lavoratori”.

Partecipazione e informazione. Con quasi 30 mila soci e più di 4.800 volontari, le organizzazioni socie Agices si confermano come un grande movimento di cambiamento che nasce dall’impegno di molti cittadini che mettono a disposizione le proprie idee e il proprio tempo per contribuire a migliorare le condizioni di vita dei produttori del Sud del mondo. I volontari – in aumento costante negli ultimi anni – continuano quindi a essere una risorsa fondamentale per le attività  economiche e di sensibilizzazione delle organizzazioni di commercio equo e solidale. “Oltre a costruire relazioni commerciali eque e paritarie con i produttori del Sud del mondo, il
commercio equo investe gran parte delle proprie risorse in attività  di informazione e
sensibilizzazione rivolte a cittadini, scuole e Istituzioni. La spesa per lo svolgimento di queste attività  ammonta per il 2010 a 980.775 euro (corrispondenti a 11.271 ore) segnando una crescita del 4%”.

Alessandro Franceschini, presidente di Agices:  “Ogni giorno quasi 5000 volontari e oltre 1000 lavoratori alzano le serrande delle Botteghe del mondo dalla Sicilia all’Alto Adige. Incontrano i consumatori, sistemano scaffali, vendono prodotti pagati a prezzo equo, creano con il proprio impegno un’economia nuova, capace di futuro. Ogni giorno migliaia di produttori del Sud del mondo lavorano con partner affidabili che hanno costruito una rete di imprese sociali alla base di un sistema commerciale ed economico radicalmente diverso da quello tradizionale. Questa è la natura e la forza del nostro movimento”.

 

© Copyright Redattore Sociale


Related Articles

Un (possibile) aiuto per evitare le sanzioni Ue

Loading

Scade l’ultimatum europeo sul sovraffollamento delle celle Grazie ai giudici, anche il Guardasigilli diventa ottimista

Povertà, le regioni bocciano la Social card. Ecco la loro proposta

Loading

bannerHead

Gli assessori regionali alle Politiche sociali chiedono di spostare sul Fondo sociale 100 milioni di euro previsti per la vecchia carta acquisti, vincolandoli a servizi contro la povertà. Rambaudi: “Non si abbandoni però il Sia”

Santa Maria Capua Vetere: nel carcere detenuti barricati e agenti in rivolta

Loading

Penitenziario di Santa Maria Capua Vetere. I carcerati denunciano «è un inferno». Otto le guardie ferite

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment