Da ecomostri a polmoni verdi “Saranno loro a salvare la Terra”

Loading

Nel blu dipinto di blu. Anzi nel blu ridipinto di verde. Perché solo volando alle stratosferiche altezze dei nuovi grattacieli sarà  possibile sconfiggere l’inquinamento che ci strangola quaggiù. Prendete la DMC Tower che sta sorgendo a Seul, Corea. Quando aprirà , tra due anni, sarà  il terzo grattacielo più alto del pianeta, dopo il Burj Khalifa di Dubai e il Pingan International Finance Center di Hong Kong. Ma la torre della Digital Media City, già  ribattezzata Light Tower, la Torre della Luce, sarà  soprattutto il primo grattacielo a vivere di un polmone proprio. Meglio, di tre: tra aperture nella struttura che “respireranno” la luce naturale e l’aria pulita per metterla poi in circolo – e diminuire così drasticamente luce e riscaldamento artificiale. Un albero di 30 piani, come cantava Adriano Celentano: anzi, addirittura di 133 piani.
Chiamateli i gratta-verdi. Il riconoscimento arriva dal pulpito, manco a dirlo, più alto. Il Council on Tall Building and Urban Habitat è un’associazione non profit basata a Chicago che i costruttori non solo d’America hanno scelto come arbitro nelle controversie: a partire dai criteri per stabilire i record d’altezza. Proprio la costruzione in altezza – dice ora al Wall Sreet Journal il direttore esecutivo Anthony Wood – è diventata la maniera più efficiente e sostenibile di costruire. Ma com’è che gli ex mostri si sono trasformati negli angeli dell’ambientalismo?
Gli esperti hanno da sempre accusato le compagnie di costruzioni di essere tra i più grandi avvelenatori. I grattacieli nascono e si sviluppano nelle metropoli come Chicago e New York per utilizzare nella maniera economicamente più fruttuosa lo spazio: più piani costruivi e più facevi fruttare i costi del suolo. L’intera industria viene considerata uno dei maggiori responsabili della produzione di CO2. Per non parlare del 40 per cento del consumo mondiale di energia per troppo tempo reclamato da quei mostri male-isolati termicamente. La rivoluzione tecnologica e le innovazioni architettoniche hanno stravolto, per una volta in meglio, il paesaggio. Il caso più eclatante è quello della Willis Towers. Quando nacque, nel 1973, si chiamava Sears, ed era vista dagli ambientalisti con terrore. Oggi i suoi 442 metri d’altezza si animeranno del progetto “Pythagoras Solar”: le facciate verranno trasformate dai primi impianti solari sviluppati appunto non sul tetto ma verticalmente. 
Il “vetro fotovoltaico” è una trovata geniale: le finestre utilizzate come pannelli solari. E la tecnica sarà  presto utilizzata in altri edifici. Ma l’innovazione passa anche dove meno te l’aspetti. Nella Torre della Bank of America sulla Sesta Avenue a New York, per esempio, la magia scorre nei “waterless urinals”: cioè i gabinetti che riciclano l’acqua per un risparmio fino a 8 milioni di galloni di acqua all’anno.
Eccolo insomma il miracolo dei gratta-verdi: lo sviluppo in altezza e la scala della popolazione permettono di elevare alla potenza i vantaggi ambientali. Al punto che i visionari architetti di Neo Arc già  sognano la “città  polmone” per contrastare la malefica profezia del 2050: quando l’incremento del 40 per cento dell’inquinamento potrà  portarci a non respirare più. Proprio i nuovi grattacieli potrebbero essere la salvezza: grazie a una “corazza” di alberi e giardini pensili che ricicleranno l’aria. Che ironia: l’uomo che si evolse dalle scimmie, scendendo dagli alberi, sopravviverà  arrampicandosi ancora una volta fin lassù. Nel blu ridipinto di verde.


Related Articles

Dieci mesi per rimuovere il relitto della Concordia

Loading

Mare mosso, la nave scivola. Gabrielli: lievi assestamenti

«Munnezza da incubo, ma cedere l’azienda pubblica è un golpe»

Loading

Intervista/ IL VICESINDACO DI NAPOLI ANGELO SODANO
Il vice di De Magistris a un mese dal voto: «Giriamo a piedi per la città , e la gente rimane dalla nostra»

Diritti universali. Perché una Costituzione della Terra

Loading

Per la prima volta l’umanità è accomunata da un interesse generale ben più vitale del passato: quello alla sopravvivenza dell’umanità e all’abitabilità del pianeta

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment