Fiscal compact, Hollande rassicura la Merkel

by Editore | 5 Maggio 2012 11:49

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PARIGI – Franà§ois Hollande rassicura la cancelliera, promette di voler trovare una «soluzione pragmatica» e di non voler rimettere in discussione il Fiscal compact, ma di voler soltanto completarlo con un documento aggiuntivo sulla crescita. Secondo la Sà¼ddeutsche Zeitung, i collaboratori del candidato socialista e i diplomatici tedeschi hanno avuto parecchi contatti per mettere in chiaro le cose e trovare un compromesso. Tutti gli sguardi sono già  puntati sul dopo-elezioni, ma a poche ore dal ballottaggio i giochi non sono ancora fatti: il vantaggio di Hollande continua ad assottigliarsi e l’ultimo sondaggio lo dà  al 52 per cento.
Le rivelazioni del quotidiano bavarese confermano i segnali arrivati nelle ultime settimane: al di là  delle formule utilizzate in campagna, Hollande non chiederebbe una ridiscussione del Trattato. E’ un’ipotesi che lui stesso aveva avanzato in alcune occasioni, mentre in altre era sembrato più rigido. I suoi, scrive la Suddeutsche Zeitung, si sarebbero sforzati di «fugare le preoccupazioni tedesche sulla politica economica ed europea» socialista in caso di vittoria. Hollande avrebbe detto di essere cosciente di dover dire ai francesi «la verità », per quanto sgradevole, e avrebbe confermato l’impegno a ridurre il deficit pubblico al 3 per cento fin dall’anno prossimo. Il compromesso sul patto di crescita da aggiungere al Fiscal compact non sarebbe stato ancora trovato, ma le sue linee potrebbero essere discusse in un vertice informale dell’Ue a fine maggio o ai primi di giugno, un appuntamento confermato ieri da Pierre Moscovici, direttore della campagna di Hollande.
Angela Merkel, dal canto suo, è pronta a lavorare con il socialista e a giudicarlo «su quel che farà  dopo l’elezione e non su quel che ha detto prima». Il portavoce della cancelliera ha precisato che il governo «non ha mai avuto paura di Hollande». E il ministro delle Finanze, Wolfgang Schà¤uble, ha detto che il trattato non si tocca («pacta sunt servanda»), ma che Berlino è pronta a trattare amichevolmente («chi è stato appena eletto deve salvare la faccia»). Hollande avrebbe inoltre fatto conoscere ai tedeschi il nome del suo primo ministro: il grande favorito è Jean-Marc Ayrault, sindaco di Nantes, capogruppo parlamentare da 15 anni, fedelissimo del candidato socialista e soprattutto professore di tedesco che conosce bene la Germania.
Prima di pensare alle nomine, tuttavia, bisogna aspettare il voto. Sia pur favorito, Hollande deve riuscire a mobilitare il suo elettorato. Nicolas Sarkozy non intende darsi per vinto e ieri ha nuovamente lanciato un appello alla “maggioranza silenziosa”: «Vorrei persuadervi di una cosa: ogni voto conterà . Non immaginate fino a che punto tutto si giocherà  sul filo del rasoio». E’ la sua ultima speranza, l’ultimo appiglio di un presidente-candidato che martella il tema della “sorpresa”, con il quale ha galvanizzato le sue truppe nei comizi. La tenue, ma costante risalita nei sondaggi alimenta la sua fiducia di combattente che non ammette mai la sconfitta.
Ieri, ultimo giorno di campagna, i due contendenti hanno ancora fatto sentire la loro voce. Sarkozy ha insistito sull’inesperienza dei socialisti, sul rischio «di finire come la Spagna». Hollande, più fiducioso, ha ammesso una certa «apprensione per dover affrontare una situazione economica particolarmente delicata». Quest’anno, lo “stato di grazia” solitamente accordato dai francesi al neo-eletto non sembra proprio di attualità .

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