Governo di soli tecnici?

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Anche se oggi i partiti del memorandum ci riproveranno, un po’ all’italiana: «Adesso puntiamo a fare un governo di tecnocrati», ha detto ieri sera il leader del Pasok, Evangelos Venizelos. Oggi a mezzogiorno il capo dello Stato, Karolos Papoulias, presiederà  infatti una riunione con i leader di tutti i partiti eletti in parlamento – con l’esclusione di Alba Dorata (estrema destra) – per prendere in esame l’ipotesi di formare un governo di personalità  non politiche.
Il presidente della repubblica Papoulias aveva convocato ieri sera il leader della Nuova Democrazia Samaras, del Pasok Venizelos e della moderata Sinistra Democratica Kouvelis per provare l’ultimo tentativo per la formazione di un governo di coalizione che rispettasse gli accordi firmati con gli strozzini dei mercati. Il leader di Syriza Tsipras ha rifiutato l’invito «selettivo» di Papoulias e ha dato la sua disponibilità  per un incontro diretto solo con il presidente della repubblica. Come dovrebbe avvenire oggi.
Negli ultimi giorni, Tsipras e i dirigenti di Syriza si sono trovati in affollatissime assemblee e riunioni circondati da tantissima gente che chiede loro di continuare le lotte e le proteste nei luoghi di lavoro e nelle piazze per cacciare i conservatori e i socialisti dal goverrno. Molta gente crede che le nuove elezioni saranno inevitabili e spera in un governo della sinistra. La sconfitta di domenica della cancelliera tedesca Angela Merkel ha riacceso la speranza dei greci che la lotta comune contro le politiche neoliberali possa cambiare la politica dell’Europa. 
Il «tecnico» premier uscente Papadimos da parte sua ha avvertito che la liquidità  del governo diminuisce, riccattando indirettamente la sinistra affinché accetti la formazione di un governo per garantire i crediti e il pagamento delle pensioni e degli stipendi dei funzionari pubblici. Mentre il ministro delle Finanze in carica Saxinidis è andato con perplessità  a Bruxelles per partecipare alle riunioni dell’eurogruppo e dell’Ecofin. Il governatore della Banca Centrale di Grecia Probopoulos dovrà  chiedere giovedì ai suoi colleghi del consiglio direttivo della Banca centrale europea una nuova montagna di soldi per salvare le banche greche. 
Da parte sua il partito comunista di Papariga aveva chiamato ieri ad una manifestazione a Pedio Areos, lontano dal parlamento, denunciando senza distinzioni i leader dei conservatori Samaras e il socialista Venizelos insieme ai leader della sinistra Tsipras e Koubelis di «una campagna di ipocrisia, disorientamento, ricatti e creazione di nuovi dilemmi falsi da utilizzare per la sottommissione del radicalismo popolare». Secondo Kke e Papariga, Syriza e Sinistra Democratica sono pronti a creare un nucleo di centrosinistra per governare il paese e non portarlo fuori dall’Unione Europea e dell’eurozona. 
I sindacati greci del settore privato sono da oggi sul piede di guerra perché entra in vigore l’abolizione dei contratti collettivi nazionali imposti dalla troika, che porteranno tra le altre cose alla diminuzione degli stipendi. Il ministero del Lavoro ha cercato di tranquillizzare invano i lavoratori, sostenendo che l’applicazione delle nuove misure non significa l’automatica cancellazione di tutti i contratti nazionali e l’immediata diminuzione dei salari. 
Intanto continua lo scontro del neonazi Mixaloliakos con i giornalisti greci, che hanno fatta una vera gara tra di loro per accomodarsi nelle poche sedie a disposizione appena lo hanno visto entrare in parlamento. I meno fortunati si sono seduti per terra pur di disobbedire alla pretesa del nuovo Cesare ateniese di vederli in piedi quando entra in una sala. Poco dopo il sito dei neonazi ha sfornato un nuovo duro attacco contro i giornalisti.


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