Grecia nel caos, decolla lo spread rinuncia Tsipras e arrivano meno aiuti

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ROMA – Sui mercati torna la tensione. Grecia e Spagna spaventano le Borse, lo spread tra Btp e Bund risale ben sopra il livello di guardia, per fermarsi a quota 427. Fibrillano le quotazioni mentre il ministro tedesco Schaeuble avverte Atene in pieno caos politico: «Se decide di uscire dall’Euro non possiamo costringerla a restare». E il Cancelliere Merkel: «La Grecia deve rimanere dentro Eurolandia, ma attenersi agli accordi siglati in cambio del salvataggio». Il premier Monti propone: per tre anni investimenti fuori dal fiscal compact. Primo incontro Van Rompuy-Hollande: nessun «direttorio» tra i due Paesi, ma un compromesso sul rigore per puntare anche alla crescita. 
E’ la sintesi di un giorno difficile, l’ennesimo. Preoccupa l’instabilità  politica di Atene. Intimorisce la tenuta delle banche spagnole. Tutte le Borse, ad eccezione di Francoforte, perdono quota. Milano accusa un ribasso dell’1,18%, Madrid del 2,77%, il minimo dal 2003, e il suo spread si allarga a 456 punti, il massimo da novembre. L’euro scende a 1,30 sul dollaro. 
Inevitabilmente sui mercati circolano le voci più disparate. Per esempio quella, ripresa dal Wall Street Journal e subito smentita dalla Ue, secondo cui alcuni governi Ue, tra cui Germania e Finlandia, di fronte al caos politico di Atene e alla proposta di rinegoziare i termini del salvataggio avanzata da alcuni partiti, frenerebbero sulla nuova tranche di aiuti. In serata si saprà  invece che si sbloccano 4,2 miliardi dei 5,2 pattuiti, quelli necessari per far fronte agli impegni finanziari del Paese. Il miliardo mancante, utile per le spese correnti e gli stipendi pubblici, arriverà  poi e solo «in funzione del fabbisogno»: una scelta che sembra riflettere i timori della Ue. E ancora: il New York Times dipinge un governo tedesco ormai spazientito dal caso Atene. Il Cancelliere Merkel, non a caso, rifiuta di vedere Alexis Tsipras, il leader della sinistra radicale greca che voleva ridiscutere tutti i patti siglati con Ue-Fmi e Bce. C’è pure un pronostico di Nouriel Roubini, il guru che per primo aveva previsto la crisi: Grecia e Spagna potrebbero uscire dall’euro l’anno venturo.
Si vedrà . Nel frattempo, Atene prova a darsi un governo: anche Tsipras, il leader-nemico della Ue che pure il francese Hollande rifiuta di incontrare, getta la spugna al termine di un giorno di contatti vani. L’incarico passa all’ex ministro delle Finanze Venizelos che punterà  ad un governo di unità  nazionale pro-euro: è il terzo tentativo dall’esito del voto. In Spagna il premier Rajoy non solo decide di nazionalizzare parzialmente il colosso bancario Bankia nei guai, ma difende il rigore: «Va conservato in futuro». Il presidente del Consiglio Monti punta ad un accordo europeo che lasci fuori dal fiscal compact gli investimenti «buoni», come per esempio la banda larga o l’energia. Dal primo contatto tra il presidente Ue Van Rompuy e Hollande viene fuori che il nuovo leader francese sarebbe disposto a rinunciare a una rinegoziazione del fiscal compact, a patto che sia aggiornato, con un capitolo ad hoc sulla crescita. Il 16 maggio volerà  a Berlino ma fin d’ora fa sapere che non vuole più un direttorio franco-tedesco alla testa dell’Europa.


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