Greenpeace vìola due centrali nucleari e irrompe nel dibattito

by Editore | 3 Maggio 2012 6:46

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Entrambi sono stai fermati, con un altro attivista, che era rimasto all’esterno del sito del Bugey. Sul sito internet di Greenpeace è possibile inoltre vedere le immagini di un’altra azione, svelata ieri ma realizzata tra fine novembre e inizio dicembre 2011: quando gli attivisti sorvolarono (non si sa con quale mezzo, Greenpeace non vuole rivelarlo) la centrale di riciclaggio di scorie nucleari de La Hague, di Areva. Tutte queste azioni hanno lo scopo di interpellare i due candidati sulla gestione del nucleare in Francia, mostrandone la vulnerabilità . «Chiediamo ai due candidati di ampliare le attribuzioni dell’Autorità  di sicurezza nucleare» afferma l’associazione ambientalista. L’Autorità , infatti, si occupa di possibili conseguenze di terremoti o inondazioni, ma non ha competenza sugli effetti di un attacco «umano», un attentato o la caduta accidentale di un aereo. 
Tra Sarkozy e Hollande è scontro sul nucleare. Il presidente uscente considera che «l’industria nucleare francese riunisce tutte le caratteristiche della Francia forte» (che è il suo slogan elettorale). «Naturalmente – aggiunge – bisogna essere intransigenti sulla sicurezza». Ma Greenpeace, appunto, ha dimostrato il contrario. Le azioni di ieri fanno seguito ai blitz di inizio dicembre nelle centrali di Nogent-sur-Seine e di Cruas. Hollande ha promesso «la riduzione della percentuale del nucleare nella produzione dell’elettricità , dal 75% al 50% entro il 2025» e la chiuderà , subito, della centrale di Fessenheim in Alsazia, la più vecchia di Francia. L’accordo firmato con Europa Ecologia parla del blocco di 24 reattori. Per Sarkozy è la prova della vaghezza del programma di Hollande e della sua inaffidabilità . Ma chiudere 24 reattori (su 58) significa tradurre in pratica la diminuzione dal 75% al 50% della produzione elettrica di origine nucleari. La Corte dei conti ha precisato in un recente rapporto che «22 reattori su 58, che rappresentano circa il 30% della potenza netta del parco, arriveranno a 40 anni di funzionamento entro il 2022». Per Hollande è quindi «legittimo» prevedere la chiusura e «la trasformazione» di impianti arrivati a fine vita.

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