Il conto della nuova Imu, in media 235 euro

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ROMA — La nuova Imu costerà , in media, 235 euro a casa. O, calcolando i proprietari, 194 euro a persona. E sarà  più «leggera» della vecchia Ici, specie per i nuclei familiari composti da un figlio o più. 
Nelle tabelle elaborate dal ministero dell’Economia c’è la risposta alla polemica di questi giorni. Il confronto, però, non tiene conto di un aspetto: a causa dei tagli del governo, molti Comuni hanno alzato l’aliquota sulle prime case al 5 per mille (come Roma). E i vantaggi, rispetto alla vecchia Ici, finiscono per scomparire. Non tanto, alla prima rata, che sarà  pagata sull’aliquota base, ma alla seconda, o alla terza, quando scatteranno le aliquote aggiuntive.
Secondo i tecnici del dipartimento Finanze, su 19,2 milioni di prime case, quasi un quarto (il 24%), pari a 4,6 milioni, sarà  esentato dalla nuova tassa. Dovranno invece pagarla i restanti 14,6 milioni, pari al 76% del totale. Il gettito complessivo, per il 2012, viene calcolato in 3,4 miliardi di euro. 
Cifra sulla quale il governo non ammette sconti: «Eventuali modifiche all’Imu — spiegano da Palazzo Chigi — potranno essere apportate non prima del 2013 e saranno valutate solo nella seconda metà  dell’anno in corso». Michel Martone, viceministro del Welfare, aggiunge: «Nessuna retromarcia. Ma il governo ascolta il Paese ed è sensibile. Stiamo ragionando sulle modalità  per trovare un equilibrio non troppo dannoso». 
La politica, però, per il momento può attendere. La nuova Imu sarà  pagata da 17,5 di proprietari (6,8 sono esentati), contro i 21,4 milioni della vecchia Ici. Il valore pro capite, quindi, sale: da 151 euro a persona ai 194 euro. Ma, nelle simulazioni per rendite catastali e per nucleo familiare, c’è anche qualcuno che ci dovrebbe guadagnare. Confrontando l’aliquota base Imu al 4 per mille, con l’Ici allo stesso livello, chi non ha figli a carico e una rendita da 300 euro risparmierà  21,1 euro. A salire, invece, si pagherà  di più: 4,1 euro per rendite da 400 euro, 29,3 per 500 euro, 79,7 per 700 euro e così via. Aumentando i figli, aumentano i risparmi: 22,7 euro per 300 euro, 45,9 per 400, 20,7 per 500. Dai 700 euro di rendita in su, si pagherà  di più che con la vecchia Ici. Se, invece, si calcola la vecchia Ici al 5 per mille, i vantaggi — secondo il dipartimento Finanze — aumentano, sempre in maniera esponenziale rispetto ai figli a carico. Il governo aggiunge anche: «In Italia il prelievo tributario sugli immobili è pari allo 0,6% del Pil, assai inferiore agli altri Paesi Ocse dove la media è dell’1,1%».
Sugli sconti, la politica litiga. Anna Finocchiaro (Pd) attacca: «Gasparri e Cicchitto sono i responsabili del disastro. Sostengano la nostra proposta per aumentare lo sconto Imu a 300 euro». I due pidiellini replicano: «La Finocchiaro dimentica il lascito del centrosinistra. Non prendiamo ordini da una nostalgica della Germania dell’Est».


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COSTI DELLA POLITICA
Annunciata da Calderoli, la risposta «vera, concreta e immediata» del governo alla questione dei costi della politica è una proposta di legge costituzionale che per essere approvata avrebbe bisogno di una maggioranza che non c’è, di tempi che la legislatura non ha e che in parte è già  stata bocciata dal referendum nel 2006.

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