«Crescita e meno tasse su lavoro e pensioni»

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I sindacati chiedono al governo Monti di redistribuire le ricchezze, in una fase delicatissima di crisi, dove le aziende chiudono, i lavoratori perdono il posto e purtroppo si moltiplicano i suicidi, di operai e imprenditori. E mentre di mattina sfileranno le forze armate, per la parata militare (se non dovesse essere annullata per il terremoto, come molti chiedono), a partire dalle 14,30 toccherà  invece a Cgil, Cisl e Uil: il corteo partirà  da piazza Mazzini e confluirà  fino a Piazza del Popolo, dove interverranno i tre segretari Camusso, Bonanni e Angeletti.
I sindacati chiedono una «svolta» alle politiche economiche europee, indicando la necessità  di concentrarsi anche «su crescita e occupazione oltre al controllo del debito». In particolare, l’Europa deve promuovere la crescita «attraverso l’emissione di eurobond, l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie e investimenti pubblici selettivi da non ricomprendere nel Patto di stabilità ».
Seguono le critiche al governo di Mario Monti, che ha fatto pagare il conto della crisi «a lavoratori e pensionati, attraverso una drastica quanto ingiusta riforma delle pensioni, e attraverso l’ulteriore aumento dell’imposizione fiscale, soprattutto sui redditi fissi». Per iniziare a ribaltare la situazione, servono, a parere dei sindacati, almeno tre ordini di interventi: 1) ridurre subito le tasse a lavoratori e pensionati; 2) una svolta epocale nella lotta all’evasione fiscale; 3) interventi straordinari per l’occupazione e lo sviluppo.
In particolare, si chiede di aumentare di 400 euro pro capite le detrazioni a favore dei redditi inferiori a 55 mila euro annui; inoltre, secondo Cgil, Cisl e Uil andrebbe abolita l’Imu sulle abitazioni principali non di pregio, ma esclusivamente per chi possiede un solo immobile nel medesimo nucleo familiare; ancora, si chiede la detassazione dei premi di risultato concordati in azienda e territorio, così da rimpolpare le buste paga. 
Sul fronte della lotta all’evasione, i sindacati chiedono di aumentare il personale addetto ai controlli, oltre alla possibilità  di incrociare i dati tra le varie amministrazioni. È urgente poi far ripartire gli investimenti nelle opere pubbliche e nell’energia, e per questo si deve sbloccare il Patto di stabilità  negli enti locali e ottimizzare l’uso di fondi nazionali ed europei.
Ma dove reperire le risorse? Cgil, Cisl e Uil suggeriscono di dedicare a questo piano «una quota significativa delle risorse recuperate dalla lotta all’evasione fiscale». Inoltre, va istituita «una tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze». Ancora, «va accelerato un accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali esportati, in attesa di una armonizzazione europea». Ma si invoca anche una spending review, mirata al taglio degli appalti spreconi, delle consulenze e dei super stipendi pubblici. Gli sprechi e le clientele negli appalti, ad esempio, secondo la Corte dei Conti costano allo Stato 60 miliardi di euro; Cgil, Cisl e Uil chiedono il blocco di tutte le consulenze per due anni e la riduzione del 20% degli emolumenti dei 24 mila componenti dei cda di aziende, società  ed enti strumentali pubblici.
Ma la Cgil sceglie di stare in piazza «scontentando» la sua sinistra interna, minoranza e Fiom comprese: l’opposizione interna alla segretaria generale Susanna Camusso rimprovera l’assenza, nelle ultime mobilitazioni, di una rivendicazione dura sulla difesa dell’articolo 18, smontato insieme a tanti diritti dal ddl Fornero.


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