«Daremo spazio a tutti coloro che hanno idee per la città »

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L’assessore alla cultura di Milano, l’architetto Stefano Boeri, è stato tra i primi a visitare Macao e a riconoscere l’eccezionalità  di quella che non è stata solo un’occupazione ma un’esplosione di creatività  e voglia di fare. Ieri ha partecipato alla lunga riunione di giunta che è seguita alla sgombero. Lo intercettiamo mentre il sindaco sta andando finalmente a parlare con il «suo popolo». Boeri misura le parole, la situazione è delicata, e si capisce che non può dire tutto quello che sa e che pensa. «La mia posizione penso sia stata sempre chiara – premette – ma sono un assessore del Comune di Milano e difendo quanto deciso dalla giunta».
Ci spiega bene che decisioni avete preso? 
C’è stata una grande discussione e la giunta ha deciso di costituire un Officina che avrà  tre compiti: mappare tutti gli spazi pubblici disponibili, registrare gli spazi anche privati rimasti vuoti, che possono essere recuperati e riutilizzati, e poi lanciare in breve tempo bandi aperti a tutti coloro che hanno idee innovative per la cultura, l’arte e lo spettacolo. Tutto questo avrà  un luogo, la sede individuata è l’area ex Ansaldo. 
Va bene, ma intanto lo sgombero non è stato evitato e migliaia di ragazzi sono in mezzo a via Galvani.
Ho sempre detto e ribadisco che lo sgombero è un errore ottuso e grossolano. Poi certo la giunta ha dato una risposta generale a una domanda che non viene solo da Macao e che è in linea con le politiche già  avviate del Comune. Abbiamo deciso di raccogliere le riflessioni e la sfida lanciata dalla Torre Galfa. Si tratta di una sfida che riguarda tutta la città . La considero una scelta giusta.
Sì, ma Macao non è un’occupazione qualsiasi,e neppure una qualsiasi associazione che chiede spazio al Comune. E’ diventato un fenomeno straordinario. Come può essere ricondotto solo a una questione ordinaria di bandi e regole?
Certo, infatti per me non è affatto così. Penso che chi si nasconde dietro a problemi giuridici e burocratici non ha capito nulla di cos’è Macao e neppure di cosa è Milano e, forse, ha capito poco anche della straordinarietà  della campagna elettorale che lo scorso anno ci ha portato a vincere le elezioni.
Eppure anche nella maggioranza e soprattutto nel Pd in molti hanno approcciato la questione come un problema di regole. Questo non rischia di trasformare una grande occasione per la giunta in una grana imbarazzante?
La discussione di ieri è stata aperta e va bene così. E’ sempre un bene che la giunta sia unita e decida insieme, anche se per arrivare ad una scelta comune discute su tutto apertamente. 
Però per il momento non avete dato un altro spazio a Macao, o sbaglio?
Abbiamo dato una bella accelerata sulla strada che volevamo già  intraprendere per la concessione e la possibilità  di dare spazi a chi a Milano ha idee. Per Macao, e anche per tutti gli altri.
A noi risulta che Pisapia avrebbe fatto tutto il possibile per scongiurare lo sgombero, eppure è avvenuto. Perché non siete riusciti ad evitarlo?
Anche a me risulta che il sindaco abbia fatto davvero di tutto per evitare questo sgombero. Quanto al resto, se la domanda è se lo sgombero per il Comune di Milano sia arrivato in modo inaspettato, rispondo di sì.
Ma perché Giuliano Pisapia è andato a Macao solo a sgombero avvenuto e non prima? 
Diciamo che mi auguro che le scelte fatte dalla giunta, e la presenza del sindaco ieri in via Galvani, aiutino a riaprire un dialogo con una realtà  straordinaria che giudico molto importante per la città .

Foto: POST SGOMBERO «Non ci si può solo appellare a regole e bandi, quello che è successo alla Torre Galfa è un fatto eccezionale e positivo»


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