L’Esordio di Hollande si Conclude a Berlino
Martedì Hollande percorrerà gli Champs Elysées a bordo della sua nuova auto presidenziale — una Citroà«n DS5 grigia, di serie, con motore ibrido — e alla cerimonia per il trasferimento dei poteri da Nicolas Sarkozy — anticipata alle ore 10 — parteciperanno pochissime personalità istituzionali, tra le quali naturalmente non figurano i suoi quattro figli. Dopo l’insediamento all’Eliseo e la nomina del primo ministro, il primo giorno di Hollande da presidente in carica si concluderà con una lunga visita di Stato a Berlino: quattro ore tra discussioni bilaterali con la cancelliera Angela Merkel, conferenza stampa congiunta e cena di lavoro.
Finito Merkozy, benvenuto Merkhollande? I collaboratori del presidente socialista, dal probabile ministro dell’Economia Michel Sapin al possibile responsabile degli Esteri Laurent Fabius, giurano che un direttorio a due come quello ostentato da Sarkozy e Merkel nei mesi scorsi non si riprodurrà in futuro, perché a loro dire ha contribuito a portare l’Europa sull’orlo della catastrofe. Al contempo nessuna soluzione è possibile senza Berlino, e Hollande mostra di averlo ben chiaro se ha anticipato di un giorno una visita di Stato in origine prevista per il 16 maggio. Il precipitarsi da Angela Merkel a poche ore dal passaggio dei poteri è un modo per indicare — anche simbolicamente, appunto — che l’asse franco-tedesco è irrinunciabile. Resta da vedere come la nuova coppia vorrà interpretarlo, e qui Franà§ois Hollande potrebbe riservare l’ennesima sorpresa.
Quando lo scorso dicembre l’allora candidato disse — voce nel deserto — che una Francia da lui presieduta non avrebbe ratificato il fiscal compact, furono pochi a dargli credito. I mesi sono passati, Hollande è diventato presidente, la Grecia di nuovo nel caos, e la Germania ormai in stagnazione comincia ad ammorbidirsi sull’inflazione (per bocca del ministro delle Finanze Wolfgang Schà¤uble, ieri). Merkel ripete che non ci sarà alcuna «rinegoziazione del trattato», ma a Parigi si suggerisce che anche qualsiasi «integrazione, modifica o protocollo aggiuntivo» andrebbe bene. Hollande vuole un patto sulla crescita e da uomo di dialogo qual è corre finalmente a parlarne a Merkel. Sulle parole e la forma ci si metterà d’accordo; ma è difficile che Hollande tornerà a Parigi a mani vuote.
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