Nuovo piano antiterrorismo 400 obiettivi sotto protezione

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ROMA — Circa 400 nuovi obiettivi fissi da proteggere, almeno 1.500 soldati da redistribuire sul territorio. Al ministero dell’Interno si fanno i conti delle forze disponibili per sorvegliare le sedi e garantire la sicurezza delle personalità  dopo il ferimento dell’amministratore delegato di «Ansaldo Nucleare» Roberto Adinolfi. La lista dei possibili bersagli è stata riscritta ed è stato messo a punto un nuovo dispositivo di controllo del territorio. 
Oltre alle aziende di Finmeccanica che i terroristi della Fai hanno definito nel volantino di rivendicazione recapitato venerdì scorso al Corriere della Sera «una mostruosa piovra artificiale», l’elenco comprende gli uffici di Equitalia, quelli di numerose aziende statali che hanno i dipendenti in cassa integrazione, alcuni organismi istituzionali che si occupano di nucleare. E poi ci sono i manager, i funzionari addetti al personale, ma anche alcuni professionisti che potrebbero essere stati presi di mira per la propria attività  di consulenti. 
La mappa aggiornata dei rischi e delle misure di intervento è stata sottoposta ieri sera dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri al vertice di Palazzo Chigi, durante un incontro al quale era presente anche il neosottosegretario Gianni De Gennaro. Questa mattina le nuove linee saranno ulteriormente discusse durante il Comitato nazionale e poi il piano sarà  operativo. Complessivamente i militari già  impiegati in ordine pubblico — compresi quelli che presidiano i Centri di identificazione ed espulsione per gli immigrati e partecipano all’operazione «strade sicure» — sono 4.250.
L’indicazione fornita dal ministro ai prefetti è di utilizzare per i nuovi controlli quelli già  inseriti nel contingente dislocandoli in altre aree rispetto a quelle già  occupate. Ci sono infatti alcuni edifici e istituzioni per cui potrebbe non essere più necessario mantenere servizi di vigilanza fissa perché diventati di minor interesse per quanto riguarda la minaccia terroristica. Del resto la linea imposta prevede di non arrivare a una «militarizzazione» delle città  e dunque di predisporre una distribuzione razionalizzata delle camionette. In alcune aree si è invece deciso di effettuare le cosiddette «ronde dedicate» vale a dire il giro di pattuglia di carabinieri e polizia che comprenda il controllo di diversi obiettivi. «Attenzione sia dal punto di vista investigativo che di prevenzione» è stata raccomandata dal ministro anche in relazione a possibili nuove manifestazioni dei «No Tav» pur ribadendo che non c’è alcun possibile legame tra i contestatori e chi ha agito a Genova la scorsa settimana. 
Gli analisti continuano a ritenere altamente probabile che nuove azioni possano essere state già  pianificate per le prossime settimane, non escludendo che le modalità  possano essere diverse da quelle di Genova. Ma nessuna valenza viene data al volantino recapitato ieri ad un quotidiano calabrese per minacciare il presidente di Equitalia Sud e il premier Mario Monti «uno dei sette rimasti». La sigla è quella della Fai, Federazione anarchica informale «cellula Olga», esattamente la stessa che ha rivendicato il ferimento di Adinolfi. Ma secondo l’esame degli esperti si tratta di un clamoroso falso. Oltre al linguaggio utilizzato e ai concetti espressi — totalmente diversi da quelli contenuti nel documento ritenuto invece «attendibile» — la contraffazione riguarda il «logo» inserito nella lettera. Il simbolo è infatti quello della Fai greca che si può rintracciare su un qualsiasi sito Internet ed è soltanto la brutta copia di quello che «marca» il documento di venerdì.


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