Per ogni disabile i comuni spendono 2.700 euro l’anno

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ROMA – Nel 2009 la spesa per interventi e servizi sociali erogati a livello comunale ammonta a 7,2 miliardi di euro (lo 0,46 per cento del Pil nazionale), in aumento del 5,1% rispetto al 2008. Tuttavia nel Mezzogiorno la spesa sociale è diminuita dell’1,5%, mentre cresce del sei per cento nel Nord-est, del 4,2 nel Nord-ovest e del cinque al Centro. Lo rileva l’Istat nel Rapporto annuale 2012 sulla situazione del paese.
I comuni spendono in media per i servizi sociali 116 euro pro capite, con un minimo di 26 euro in Calabria e un massimo di 295 euro nella provincia autonoma di Trento. Si amplia il divario rispetto al 2008, quando i rispettivi valori erano 30 e 280 euro pro capite. Per ogni disabile i comuni spendono in media 2.700 euro all’anno, ma per i disabili residenti nel Sud la cifra è di circa otto volte inferiore a quella del Nord-est (667 euro l’anno contro 5.438).

Per l’assistenza agli anziani la spesa media dei comuni italiani è di 117 euro l’anno per ciascun residente over 65, con un minimo di 52 euro pro capite al Sud (sette euro pro capite in meno rispetto al 2008) e un massimo di 164 euro al Nord-est. Resta bassa l’offerta di nidi pubblici, con notevoli differenze nella diffusione territoriale: i comuni in cui è presente il servizio sono il 78% al Nord-est (83% in Friuli-Venezia Giulia e in Emilia-Romagna), circa il 48 e il 53% rispettivamente al Centro e al Nord-ovest, mentre nel Sud e nelle Isole solo il 21 e il 29% dei comuni ha offerto il servizio sotto forma di strutture comunali o sovvenzionate. Nell’anno scolastico 2010-2011, su cento bambini da zero a due anni, gli utenti dei nidi o dei servizi integrativi per la prima infanzia variano da 29,4 in Emilia-Romagna a 2,4 in Calabria, rispetto a una media nazionale di 14. L’obiettivo previsto per il 2013, fissato nelle regioni del Mezzogiorno al 12 per cento, è stato finora raggiunto soltanto dalla Sardegna.

 

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