Pressing europeo sulla Merkel “Rigore e crescita di pari passo”

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BERLINO – «Ci vuole più crescita, il rigore da solo non basta e può strozzare l’Europa e l’euro», hanno detto tutti ad Angela Merkel. Nella videoconferenza più tesa della storia contemporanea. E lei si è convinta almeno che non si può andare al G8 da europei disuniti. Per cui alla fine le hanno strappato uno “high level of agreement”, un alto livello di accordo sulla pari importanza di crescita e rigore. Un consulto d’emergenza online senza precedenti ha riunito ieri i Grandi d’Europa alla vigilia del G8, e ha visto un forte pressing italiano, francese, della Commissione europea ma anche britannico e del Fondo monetario sulla linea dura tedesca per una politica che al rigore stile Bundesbank affianchi politiche per la crescita e l’occupazione. Per circa un’ora, il presidente del Consiglio Mario Monti, la cancelliera federale Angela Merkel, il presidente francese Franà§ois Hollande, il premier britannico David Cameron si sono duramente confrontati sulla crisi. Insieme ai presidenti della Commissione europea José Luis Barroso e dell’esecutivo europeo, Herman van Rompuy. E alla fine l’insistenza di Monti, Hollande, Barroso, ma anche di Cameron e l’imperativo comune di non presentarsi disuniti agli altri Grandi del mondo hanno convinto Merkel a dire, per bocca del suo portavoce Steffen Seibert, che “rigore e crescita sono di pari importanza”.
Ore cruciali, mentre riemerge forte anche la richiesta di ridare slancio alla costruzione dell’Europa politica, con elezione diretta del presidente della Commissione. L’ha rilanciata il ministro delle Finanze federale, Wolfgang Schaeuble, ricevendo il premio europeo Carlomagno. E il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel suo messaggio di felicitazioni, gli ha scritto che «l’unità  politica europea è indispensabile per promuovere uno sviluppo economico più equo e sostenibile e rafforzare la nostra economia sociale di mercato».
«C’è ampia unità  di vedute sull’esigenza di affiancare rigore e crescita”, ha insistito il portavoce di Angela Merkel. Nulla di più: dal videovertice online non sono usciti annunci di iniziative concrete. Ma il semplice fatto che Berlino ponga per prima l’accento sull’importanza della crescita, a pari dignità  col rigore, conferma quanto molte fonti degli altri paesi indicano. Che cioè Merkel, volendo salvare l’unità  della Ue, ha tenuto conto del tiro incrociato del pressing di tutti gli altri, da Monti a Hollande che già  nella sua visita a Berlino aveva parlato forte e chiaro, da Cameron a Barroso. Proprio mentre il Fondo monetario internazionale – guidato, non dimentichiamolo, dalla francese Christine Lagarde, in sintonia con Monti e Hollande – sottolineava che la Bce ha margini per tagliare i tassi e tentare di favorire la crescita «riducendo il costo del denaro e ricorrendo ad altre misure non convenzionali». Una volata tirata a Roma e Parigi, e forse anche a Mario Draghi impegnato nel confronto con i falchi Bundesbank ai piani alti della Eurotower.
Come lanciare iniziative per la crescita che salvino l’eurozona? Lo scontro è stato aspro. L’idea italiana della golden rule, cioè scorporare dal conto di disavanzo e debito gli investimenti produttivi in infrastrutture e alte tecnologie, sembra farsi più strada. Coinvolge i debiti nazionali, non mette in comune i debiti Ue. Barroso ha invece insistito sui project bond, quindi titoli europei legati a singoli grandi progetti, invisi però a Berlino appunto perché condividerebbero responsabilità . Durissimo è stato il premier britannico: l’eurozona è al bivio, le occorre più competitività , ma o lancia iniziative solidali come gli eurobond e si ricompatta, oppure si disintegra. E i paesi forti devono capire che i membri deboli non possono sempre farcela.
Chiaro pressing anche da parte di Barroso. Occorre continuare sulla via del rigore, ha detto, ma aggiungendo: «Le nostre norme permettono di adattarsi alle circostanze. Proponiamo project bonds per finanziamenti per grandi progetti e un rafforzamento dei capitali della Banca europea degli investimenti». «In vista del G8 a Camp David c’è accordo forte sul fatto che rigore e crescita non sono in contrasto», ha annunciato alla fine, parlando per tutti appunto, il portavoce della cancelliera. Ma il braccio di ferro tra Berlino e il resto d’Europa continua.


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