Quel motore di elettricità  nei rubinetti di New York

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Mi faccio la doccia e così produco la corrente per il frigo e la lavastoviglie. È un futuro di autosufficienza energetica che viene sperimentato negli Stati Uniti: potrà  avere applicazione su larga scala qui a Manhattan. La fonte di energia che ci salverà  è a portata di mano, è il rubinetto del lavandino. Il principio è semplice, la sua realizzazione pratica diventa possibile solo ora grazie alla miniaturizzazione tecnologica. Da sempre l’acqua che rifornisce noi newyorchesi – una popolazione di 8,5 milioni – arriva “in discesa” dai monti Catskill, percorrendo 175 km dai bacini idrici alle strade di Manhattan. La rete idrica risale all’Ottocento e sfrutta il principio di gravità : il divario di altitudine dai monti Catskill a New York (che è al livello del mare) è tale che non sono necessarie pompe. La forza con cui arriva l’acqua fa sì che a Manhattan fino al sesto piano dei palazzi non c’è bisogno di usare pompe: queste si usano solo per i grattacieli. In città  la pressione è così forte che occorrono delle valvole per ridurla, altrimenti certi rubinetti di casa salterebbero. Quattro milioni di litri al minuto è il consumo d’acqua di questa metropoli. È una massa idrica che spostandosi produce energia in larga parte inutilizzata. 
Perché non catturare questa energia “a valle”, anziché limitarsi alle tradizionali dighe idroelettriche a monte? È l’idea che ha avuto Frank Zammataro, fondatore della Rentricity: installare mini-generatori di corrente elettrica in una miriade di punti di transito dell’acqua. Non è fantascienza. In realtà  questo sistema ha già  ricevuto dei test su scala reale. In California una serie di generatori produrranno 350 kilowattora a partire da quest’anno. A Pittsburgh in Pennsylvania sono già  installati mini-generatori. Che sia un’idea praticabile, lo pensa il sindaco di New York Michael Bloomberg, businessman miliardario da sempre attirato dall’ambientalismo. E il consiglio comunale lo asseconda: è stata votata una legge cittadina che lancia lo studio di fattibilità . 
Il fascino di questa forma di energia, è lo stesso del sole e del vento: è rinnovabile. Ha perfino un vantaggio sui pannelli fotovoltaici e le pale eoliche: il consumo di acqua dei newyorchesi è stabile e prevedibile, a differenza delle giornate di sole e della forza dei venti. Dopo avere lanciato i giardini sui tetti dei grattacieli (che rinfrescano e riducono il consumo di energia degli impianti di condizionamento), dopo avere sfruttato la produzione di gas metano dalle fognature, Manhattan si candida per un altro balzo in avanti verso la “sostenibilità “. Certo, nel caso della rete idrica bisogna partire da zero, progettare investimenti per installare i mini-generatori ovunque sia possibile senza interferire con altre apparecchiature e cablaggi esistenti. 
Non è ancora realistico avere micro-generatori in ogni appartamento, ma si può cominciare a generare elettricità  dove ci sono le valvole che controllano la pressione, ad ogni isolato o al pianterreno dei grattacieli. Gli impianti pionieristici avviati in California hanno dimostrato qual è il primo uso della corrente generata: serve ad alimentare gli impianti di depurazione delle stesse acque. Diventa possibile così immaginare un “ciclo dell’acqua” a costo energetico zero. Per Manhattan il risparmio verrebbe moltiplicato su una scala gigantesca: e da qui “la corrente del rubinetto” avrebbe una visibilità  tale da interessare il mondo intero.


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