Riforma lavoro, niente ticket per i disoccupati

Loading

ROMA – Dopo un mese di votazioni a singhiozzo, la riforma Fornero esce emendata dalla Commissione Lavoro del Senato e approda in aula. In dirittura d’arrivo, anche il decreto interministeriale sugli “esodati” (alla firma di Monti) che coprirà  solo 65 mila lavoratori, per una spesa di 5 miliardi e 70 milioni dal 2013 al 2019, le risorse già  previste dal Salva-Italia di dicembre. Scontenti i sindacati che considerano il decreto inadeguato. «Partita chiusa», dice la Fornero. «Partita aperta, servono risposte per tutti», risponde la Cgil. Causa crisi, intanto, cala l’adesione dei lavoratori alla previdenza integrativa. Secondo la Covip, nel 2011 il 20% di iscritti, circa 1,1 milioni su 5,5, ha sospeso i versamenti.
Il governo incassa dunque un primo via libera alla riforma del mercato del lavoro. «Una buona riforma, molto equilibrata», «confermata e rafforzata» dalle modifiche in Commissione, per il ministro del Welfare, che la definisce «un tassello importante per la coesione sociale e la ripresa», tuttavia non «miracolistica». L’esecutivo attende ora di capire i risvolti in aula. Se dai senatori arrivasse una valanga di emendamenti, potrebbe porre una fiducia “tripla”, trattandosi di disegno di legge e non di decreto: testo diviso in tre parti, un voto su ciascuna.
Tra le novità  dell’ultima ora, il ripristino dell’esenzione dal ticket sanitario per i disoccupati a basso reddito («un refuso», lo definì la Fornero). Ma anche le modalità  d’uso dei voucher in agricoltura, tema d’impasse nei giorni scorsi: sotto i 7 mila euro di fatturato annuo il ricorso delle aziende sarà  libero, sopra quella soglia limitato a pensionati e studenti under 25, con un valore orario stabilito da futuro decreto (oggi pari a 10 euro). «Risposta insufficiente», commenta la Cia (Confederazione italiana agricoltori). Un’altra novità  riguarda una delle fonti di copertura della riforma, ovvero il taglio della deduzione Irpef relativa agli affitti che viene ridotto: non al 5, ma al 7% (oggi è al 15%). Arriva poi una migliore definizione dell’articolo 5: se l’azienda che fa uso di apprendisti non rispetta il vincolo di stabilizzazione minima (30% nei primi tre anni della riforma, 50% a regime), dopo 36 mesi potrà  prendere un solo altro apprendista, una tantum. Poi più niente, se non assume.
Ieri è anche passato un ordine del giorno (raccomandazione) presentato dall’Idv che invita il governo a uguagliare lo stipendio di uomini e donne entro il 2016. Approvato pure l’emendamento della Lega che taglia indennità  di disoccupazione, assegno e pensione sociale e di invalidità  ai condannati per mafia, terrorismo, stragi o per aver agevolato attività  illecite. Per il resto, confermati in blocco tutti gli emendamenti di governo e relatori. Entra il salario di base per i co.co.pro. e l’indennità  di disoccupazione una tantum si rafforza (6 mila euro per almeno 6 mesi di lavoro in un anno, misura sperimentale per un triennio). Le partite Iva “vere” sono quelle che incassano più di 18 mila euro lordi annui. Il lavoro a chiamata si attiva anche con un sms del datore alla Direzione territoriale (oltre che con e-mail e fax). L’Aspi può essere incassata tutta insieme per avviare un’attività  autonoma. L’articolo 18 cambia – rispetto al testo Fornero originario – per i licenziamenti disciplinari (efficaci sin da quando sono comunicati): l’eventuale reintegro sarà  deciso solo sulla base dei casi previsti dai contratti collettivi, non anche dalla legge.


Related Articles

È stata costituita Inmove Italia, la scatola che si accollerà le attività in perdita del gruppo dei trasporti

Loading

AnsaldoBreda, tutto pronto per la bad company così la società potrà passare sotto il controllo di Cdp

Al G7 in Québec Trump manda tutto all’aria e insulta Trudeau

Loading

Donald attacca il premier canadese e ritira la firma dal testo comune. Russia, Merkel critica Conte

Bersani e l’operaio suicida: “Una coltellata”

Loading

Ieri nuova tragedia a Milano: commerciante si impicca. Berlusconi: “Pressioni del governo sui giornali per silenziare la strage”. Ma Fini lo attacca

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment