Scandalo Bpm, arrestato Ponzellini

by Editore | 30 Maggio 2012 7:04

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MILANO — A cosa serve una banca? A «erogare credito a ministri o parlamentari», a «imprenditori raccomandati da politici» o «a concessionari del gioco d’azzardo» che «hanno comprato il canale privilegiato di accesso alla banca tramite la corruzione del presidente» e del suo factotum, entrambi a caccia sia di «immediati ricavi di denaro» (5,7 milioni di euro tra quelli dati quelli pattuiti), sia di «più sfumate ma altrettanto concrete utilità  politico-relazionali da valorizzare nel corso della carriera». 
A modo loro, è quello che dicevano anche i diretti interessati quando telefonavano alla segreteria del ministro Paolo Romani per chiedere: «Finché c’abbiamo una banca si può invitare a cena Paolo?». A modo suo, è quello che ieri ha espresso la giudice Cristina Di Censo nell’ordinare gli arresti (domiciliari anziché il carcere chiesto dai pm), eseguiti dalla Guardia di finanza di Milano, dell’ex presidente della Banca Popolare di Milano 2009-2011 e attuale presidente di Impregilo, Massimo Ponzellini, e del suo braccio destro Antonio Cannalire. Tre i blocchi di accuse rivolte loro. C’è l’ipotesi di reato di «associazione a delinquere» finalizzata a «corruzioni» e «appropriazioni indebite». C’è l’ «infedeltà  patrimoniale a seguito di dazione o di promessa di utilità » (la corruzione tra privati procedibile se c’è la querela di parte) per aver percepito soldi da Atlantis BpPlus in cambio di 148 milioni di finanziamenti nel 2009-2010 alla concessionaria dei giochi appartenente a Francesco Corallo, ieri sfuggito all’arresto perché rimasto all’estero, «figlio di un condannato per reati di criminalità  organizzata», e con catena di controllo che «fa capo ad altra società  con sede nelle Antille Olandesi». E infine c’è l’accusa di «infedeltà  patrimoniale» anche per i crediti Bpm erogati ad altre società  come la Sisal spa (che in cambio a Ponzellini per i pm «ha versato o promesso 860.000 euro nel 2011», Prc srl-Almaviva («240.000 nel 2009-2010), Energreed srl del gruppo Gavio (180.000 nel 2009-2011), Capgemini spa (432.000 nel 2011). Tangenti private che Ponzellini avrebbe incassato tramite pagamenti alla sua società  bolognese «GM762» gestita dal commercialista Guido Rubbi (indagato per riciclaggio) dietro lo schermo o di fittizie controprestazioni o di pubblicità  â€” paradossalmente — sulla rivista «Il Carabiniere». 
Dagli atti si ricava anche che l’ex braccio destro dell’allora ministro dell’Economia Tremonti, e cioè l’ex ufficiale Gdf e deputato del Pdl Marco Milanese, è indagato con Ponzellini, con Cannalire, con l’ex direttore generale Bpm Enzo Chiesa e con Corallo nell’associazione a delinquere, a favore della quale avrebbe «influenzato l’attività  di indirizzo amministrativo» e «addirittura la funzione legislativa» nel settore delle lotterie e slot machine caro a Corallo.
Ma negli atti si affollano anche i politici che, direttamente o indirettamente, per gli inquirenti si sono spesi per sponsorizzare soggetti che aspiravano a essere finanziati dalla Bpm: l’allora ministro Paolo Romani per l’imprenditrice televisiva del digitale terrestre Ilaria Sbressa, il suo collega Ignazio La Russa per la Quintogest, l’imprenditore Paolo Berlusconi per sé, la parlamentare Daniela Santanchè per la propria concessionaria di pubblicità  Visibilia, il senatore Alfredo Messina e l’ex viceministro Aldo Brancher per l’avvocato Giovanni Acampora (condannato con Previti in Cassazione per corruzione di giudice nel lodo Mondadori), anche una Brambilla che non è chiaro se sia o meno l’ex viceministro: nessuno di loro è indagato e quasi sempre le intercettazioni non captano le parole loro, ma quelle di Cannalire che preme violentemente sui funzionari della banca che osano esprimere dubbi su questi finanziamenti perorati dai politici («se ti fanno licenziare è che mi sono rotto i coglioni di te», «se non sistema la cosa lo mando a fare 5 anni di fotocopie dopo averlo degradato»). Altri «appunti manoscritti sequestrati a Ponzellini» sono ora al vaglio dei pm Pellicano e Clerici perché rivelano «il suo interesse personale per l’andamento» di altre «specifiche pratiche tipo quelle seguite da Cannalire. Si leggono i nomi di Sinergetica (Ermolli), Gruppo Scuteri, Bialetti Holding, Fincos (da Calderoli), Ongis, Paolo Berlusconi True Star (bocciata 2 volte), Riello».

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