Telecom vende, La7 è sul mercato

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ROMA — Tutto come ampiamente previsto, per il futuro de La7. Ieri il Consiglio di amministrazione di Telecom Italia ha deciso di «dare avvio al processo di dismissione delle attività  di settore media che fanno capo a Ti Media-Telecom Italia Media». 
Una nota di Telecom Italia precisa che «nell’ambito del processo di focalizzazione sulle attività  core ribadito nel piano industriale 2012-2014» il Consiglio ha deciso «l’avvio del processo di dismissione delle attività  nel settore media».
«Focalizzare sul core business» significa concentrarsi sull’attività  principale di Telecom Italia, ovvero la telefonia. Quindi, addio tv, addio a La7. La dismissione, cioè in sostanza la vendita, conclude la nota «contribuirà  al conseguimento dei target di riduzione dell’indebitamento già  annunciati».
La conseguenza immediata di questa scelta sarà  societaria: La7 diventa una società  a sé. Il Consiglio di amministrazione di Telecom Italia Media «ha avviato un’operazione di ristrutturazione societaria mediante separazione degli asset televisivi facendoli confluire in una società  ad hoc», come si legge in una nota della seconda società  che, fino a oggi, è stata per il 77% di proprietà  Telecom Italia. Come già  si era capito nei giorni scorsi, accanto alla nuova società  autonoma de La7 sorgerà  una seconda società  con tutto ciò che riguarda gli asset tv: torri, sistemi di trasmissione, i tre mux, ovvero i multiplex, quei dispositivi che «moltiplicano» un unico collegamento in più canali trasmissivi. Quasi certamente qui interverrà  un accordo societario di natura squisitamente tecnico-operativa col gruppo l’Espresso che sarebbe pronto a riversare i suoi due mex accanto a quelli di Telecom Italia Media. In futuro si parlerà  di cessione de La7. Occorrerà  prima una valutazione in base alle stime degli advisor. Secondo alcune valutazioni circolate ieri sera, il valore di mercato di Ti Media (Telecom Italia Media) che ha chiuso il 2011 con un una perdita da 83 milioni, in crescita dai 54,4 milioni del 2010, sarebbe stimabile intorno ai 160 milioni di euro.
Molto tranquilla la reazione di Enrico Mentana, direttore del TgLa7: «In questi casi in genere si esprime preoccupazione, io non sono per nulla preoccupato. Trattandosi di una libera messa sul mercato di un asset così importante, il venditore sicuramente inserirà  tra i criteri di scelta dell’acquirente la salvaguardia della qualità  e delle prospettive del canale». E poi, esprimendosi in termini calcistici: «Ci sentiamo come una squadra di calcio che ha fatto un campionato di vertice. L’identità  della rete è netta, così come il tg ha un profilo ben chiaro. Servono investimenti e capacità  imprenditoriale. Gente capace e obiettivi sfidanti, oltre a investimenti adeguati. La tv non si fa gratis, è fatta di idee ed investimenti, non si improvvisa».
In quanto ai futuri, possibili acquirenti si è parlato insistentemente di Carlo De Benedetti. Il quale, di fatto, non ha smentito né confermato un suo possibile coinvolgimento attuale dopo il forte interesse manifestato un anno fa. Poi si è parlato di Urbano Cairo di Cairo Communication, che con La7 ha uno stretto legame come concessionaria di pubblicità . Infine sono circolati anche i nomi del finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar, dell’emiro del Qatar, proprietario di al Jazeera, del gruppo Bertelsmann e di Diego Della Valle. 
Ma per ora siamo alle ipotesi. Le vere intenzioni si manifesteranno più concretamente tra qualche settimana.


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