Una giornata «No Tav» insieme a Stefano Rodotà 

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L’idea – simile all’iniziativa omonima che per due mesi è andata avanti in piazza Castello a Torino – è venuta a un gruppo di liceali romani che vogliono allargare l’informazione sull’Alta Velocità  Torino-Lione. Dietro al progetto vi è infatti la convinzione che il Tav sia un progetto che richiede un dialogo pubblico fra cittadini ed istituzioni, sulla base di una coscienza collettiva consapevole dell’impatto che l’opera avrà  sull’intero paese. 
Dopo aver montato il banchetto in condivisione con il manifesto, i ragazzi hanno iniziato a fermare i primi passanti arrivati per aggiudicarsi la prima fila al Concertone. Volantini, libri di approfondimento e i documenti che il governo e la comunità  montana si sono scambiati costituivano il materiale messo a disposizione. Ad appoggiare l’iniziativa anche Stefano Rodotà : «Campagne informative non violente sono in questo momento essenziali, perché questo è un paese pieno di violenze», sostiene il giurista venuto in mattinata a dare il suo sostegno: «Ricostruire possibilità  di discussione e di dialogo è la condizione per fare andare avanti le buone idee che sono state escluse dalla discussione segnata invece da contrapposizioni aggressive».
L’instaurazione di un dialogo, come è avvenuto durante tutta la giornata con coloro che si sono avvicinati per esprimere la propria opinione, favorevole o contraria, sull’opera, è stata ed è ancora la base su cui si fonda l’iniziativa. Il confronto è avvenuto sia con persone informate che hanno supportato l’iniziativa con interesse, sia con chi propugnava idee antipolitiche e qualunquiste, come anziani che incitavano i giovani a cacciare tutti i politici per poi subito invocare l’uso della forza in Val di Susa contro i manifestanti. E’ capitato inoltre di sentire l’idea che il Tav fornisca lavoro non tenendo conto di tutti i soldi sprecati nella Torino-Lione che potrebbero essere utilizzati per la creazione di una quantità  di posti di lavoro molto superiore.
Insieme alla campagna informativa, è stata indetta una raccolta firme in favore della riapertura del confronto sul Tav che ha fruttato 566 firme, per lo più da parte dei ragazzi arrivati da tutta Italia per assistere al concerto. Hanno firmato sia ragazzi contrari al Tav, gli stessi della generazione che dovrà  fare i conti con i costi per la costruzione della linea, sia persone che, disinformate, dopo aver letto il volantino, hanno deciso di prendere del materiale ed aggiornarsi sulla situazione. L’iniziativa non si ferma qui, anzi prosegue il 5 maggio al Teatro Valle Occupato con le stesse modalità  utilizzate nella giornata del concerto e del 12-13 maggio a Piazza del Popolo per coinvolgere più persone possibile. *Ascoltateli Roma


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