Va a processo l’ex dittatore Montt

by Editore | 23 Maggio 2012 8:46

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Un eccidio perpetrato nell’ambito della campagna «terra spianata», ordinata dai militari durante la guerra civile che insanguinò il paese per 36 anni, dal 1960 al 1996. Il 7 dicembre del 1982 le squadre speciali denominate Kaibiles fecero irruzione nella comunità  Dos Erres alla ricerca di armi e guerriglieri, stuprarono e uccisero e obbligarono centinaia di persone ad abbandonare le proprie abitazioni. Negli anni ’90 vennero ritrovati in fondo a un pozzo decine di cadaveri, in gran parte di ragazzini sotto i 12 anni. Secondo le Nazioni unite, in trent’anni di guerra civile sono scomparse oltre 200mila persone, soprattutto indigeni maya, interi villaggi sono stati cancellati. Rios Montt s’impadronì del potere con un colpo di stato nel 1982 e venne scalzato un anno dopo. Ha goduto dell’immunità  parlamentare per 15 anni, in quanto membro del Congresso. Dopo aver perso il seggio, è finito però agli arresti domiciliari a seguito di una prima richiesta di giudizio, accolta a gennaio. In quel caso, l’accusa era quella di aver provocato la morte di 1.771 indigeni e l’espulsione di altri 29mila. Benché diversi militari siano andati a giudizio per crimini commessi durante la guerra civile, Rios Montt è il primo ex presidente a essere formalmente accusato di genocidio da una corte latinoamericana. Nel ’99, la premio Nobel per la pace Rigoberta Menchຠpresentò una denuncia per genocidio, tortura e terrorismo di stato nei confronti di Montt e di vari esponenti militari. Dieci anni dopo, la Corte costituzionale, il più alto tribunale del paese, dichiarò però «inopportuno» un procedimento penale da parte spagnola nei confronti degli imputati. A livello internazionale rimasero comunque attivi gli ordini di cattura emessi dalla giustizia spagnola. Il 26 gennaio di quest’anno, il Congresso del Guatemala ha ratificato lo Statuto della Corte penale internazionale (Cpi) che consentirà  al Tribunale internazionale di perseguire i colpevoli di crimini contro l’umanità  in caso di fallimento della giurisdizione nazionale. E così Montt è stato oggetto della sua prima accusa. Ora i suoi avvocati si appellano alla legge di amnistia varata tra l’82 e l’83 che lo salverebbe dal processo, e cercano di bloccare il procedimento.

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