Hollande cerca il bis

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Domani i francesi tornano alle urne per il primo turno delle legislative, che si concluderanno il 17. Si tratta di un appuntamento cruciale per Franà§ois Hollande, che deve ottenere una maggioranza all’Assemblea per poter mettere in atto il suo programma. Ma la stanchezza, dopo la lunga campagna delle legislative, sembra aver preso il sopravvento nel paese. Al punto che domenica potrebbe essere battuto il record di astensioni, con più del 40% di elettori che non andranno a votare (questa è la cifra-record del 2007). Stando ai sondaggi, la sinistra dovrebbe confermare nelle urne il voto della presidenziale. I sondaggi non prevedono però nessuna «ondata rosa» e, visto il modo di scrutinio – maggioritario a due turni – non è del tutto esclusa una brutta sorpresa: se la destra ottenesse la maggioranza di deputati, per Hollande sarebbe la fine di una presidenza appena cominciata e non ancora entrata nel pieno del potere, a causa di questo mese politicamente «sospeso», senza Assemblea. Solo in caso di vittoria della sinistra, il primo ministro Jean-Marc Ayrault sarà  riconfermato, mentre molto probabilmente ci sarà  un rimpasto (i ministri che si presentano alle legislative e non saranno eletti dovranno dimettersi). Inoltre, in caso di vittoria, all’interno della sinistra, resta aperto il rapporto di forze: la sinistra, complessivamente, stando agli ultimi sondaggi dovrebbe ottenere intorno al 44,5%, tra 292 e 346 deputati. Il Ps difficilmente otterrà  la maggioranza assoluta e quindi dovrà  contare sugli alleati, con cui è stato concluso un accordo elettorale: Europa-Ecologia-Verdi (che possono sperare tra i 12 e i 16 deputati), i radicali di sinistra (12-15) e il Movimento repubblicano (1-4). Il Ps potrebbe avere bisogno del Front de Gauche (23-26) per far passare le leggi: questo scenario è temuto dai socialisti. Perché non c’è stato nessun accordo elettorale con il Front de Gauche. Per esempio, a Henin-Beaumont, circoscrizione molto mediatizzata del Pas-de-Calais, dove Jean-Luc Mélenchon sfida Marine Le Pen, il Ps presenta un candidato, che alla fine potrebbe uscire vincitore dallo scontro tra il Front national e il Front de Gauche. 
La destra, sconfitta alle presidenziali, ha scelto di «localizzare» lo scrutinio, cioè di farne un’addizione di situazioni locali. All’Ump è già  scoppiata la guerra dei capi, tra il segretario del partito, Jean-Franà§ois Copé, l’ex primo ministro, Franà§ois Fillon, e Alain Juppé: la posta in gioco è la leadership, in vista delle presidenziali del 2017. L’Ump ha anche un altro motivo per tenere l’elezione su un basso profilo: più ci sarà  astensione, più sarà  difficile per il Fronte nazionale di essere presente al secondo turno e quindi sfidare i candidati della destra classica. Il maggioritario a due turni francese permette di presentarsi al secondo turno a tutti i candidati che hanno ottenuto più del 12,5% degli iscritti e più alta è l’astensione più alta deve essere la percentuale reale di voti (con un’astensione al 40%, bisogna ottenere almeno il 21%). Le triangolari (o, caso rarissimo, le quadrangolari) sono l’incubo della destra: dove il Fronte nazionale è forte, il Ps può vincere al secondo turno. Di qui un clima di radicalizzazione che sta facendo crollare il muro che, fino a Jacques Chirac, era stato eretto tra destra parlamentare ed estrema destra. Ufficialmente la posizione non è cambiata, ma a livello locale, soprattutto nel sud del paese, alcuni candidati Ump sono pronti a concludere un’alleanza al secondo turno con il Fronte nazionale. Il discorso è già  rodato: impedire al Ps di avere tutti i poteri (presidenza, Senato, regioni, grossi comuni e, in prospettiva, anche Assemblea). Marine Le Pen ha sfiorato il 18% alle presidenziali, i sondaggi danno il 15,5% al Fronte nazionale, percentuale che nelle urne si tradurrà  tra 0 e 3 deputati (come il Modem centrista, in piena crisi, senza alleati). L’assenza di una parte di proporzionale non fa che alimentare il vittimismo strumentale dell’estrema destra. L’eredità  degli anni di Sarkozy è la legittimazione di discorsi xenofobi e divisione sociale. Hollande ha chiesto una maggioranza per poter governare.


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