Minatori in rivolta a difesa del carbone

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Ieri sono state bloccate con barricate improvvisate 27 strade e quattro linee ferroviarie di pendolari. Asturias e Leà³n le due regioni dove i minatori (più numerosi che in altre zone minerarie) stanno inventando ogni giorno nuove proteste. Così non appena la polizia “libera” (con violenza) i binari, ecco spuntare le barricate che bloccano le strade. Ieri un picchetto di 150 minatori ha bloccato il traffico sulla A-6, per un paio d’ore. Nelle Asturias il traffico è stato bloccato in vari punti della regione. La polizia continua ad attaccare i manifestanti, che comunque non si lasciano intimidire, decisi a continuare la protesta fino a quando il governo non accetterà  la trattativa. Nella regione di Leà³n, una delle più colpite perché i tagli previsti sono del 63%, si susseguono blocchi e confronti tra minatori e polizia. I sindacati, di fronte alla chiusura fin qui dimostrata dal governo, hanno deciso di convocare uno sciopero generale di tutti i settori nelle regioni minerarie di Asturias, Castilla y Leà³n e Aragà³n il 18 giugno.
Dieci minatori si erano chiusi nei pozzi di Candà­n e Santiago il 28 maggio. Nei giorni scorsi due minatori sono stati costretti a uscire per motivi di salute e ieri un terzo ha abbandonato la protesta ed è stato portato in ospedale. Tre minatori sono ancora nel pozzo di Santiago de Aller mentre quattro sono in quello di Candà­n de Langreo. Il minatore che è uscito ieri dal pozzo presentava sintomi di una gastroenterite ma all’inizio non voleva lasciare la protesta. Il medico lo ha convinto nel tardo pomeriggio di ieri a farsi visitare all’ospedale. 
Davanti ai pozzi da due giorni centinaia di persone si riuniscono per dimostrare la loro solidarietà  ai minatori in lotta. Comisiones Obreras ha dichiarato ieri che continuerà  l’acampada di fronte alla delegazione del governo. L’occupazione è cominciata lunedì. Sia Ccoo che Soma-Ugt (Union General de Trabajadores) hanno confermato che nei prossimi giorni verranno organizzate nuove iniziative in varie zone del Paese. Il governo di Madrid si è riunito, giovedì, con l’azienda Carbunion: alla riunione non erano presenti i sindacati che per protesta (alla fine il governo aveva concesso la presenza di un sindacalista per organizzazione) si sono incatenati alla porta del ministero per ore. 
Comisiones Obreras, in un comunicato, ha condannato la violenza della polizia contro una «protesta che ha il sostegno della totalità  dei minatori che reclamano una retromarcia del governo. A Madrid chiedono di ripensare ai tagli previsti per il settore minerario». 
I tagli previsti dal governo del Partido Popular di Mariano Rajoy metterebbero in ginocchio le regioni minerarie. Infatti si parla di tagli pari al 64% (da 703 a 253 milioni di euro). Gli aiuti alle imprese passeranno da 301 a 111 milioni di euro, diminuiscono drasticamente anche i fondi per le infrastrutture e per la formazione (da 56 a 2 milioni di euro) e i fondi per la sicurezza verrebbero totalmente annullati (da 12 milioni di euro nel 2011). Questi tagli inciderebbero su 47 miniere in cinque regioni differenti, per un totale di ottomila lavoratori. Particolarmente colpite sarebbero le regioni di Asturias (15 miniere per un totale di quattromila lavoratori) e Castilla y Leon con 24 miniere e tremila lavoratori.


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