Patto sull’energia Mosca-Pechino la Russia esporterà  gas in Cina

by Editore | 6 Giugno 2012 6:38

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pechino – Cina e Russia, trascinando con sé i Paesi dell’Asia centrale, stringono un patto di ferro su energia e sviluppo per colmare il vuoto lasciato da Europa e Usa. L’accordo è stato siglato ieri a Pechino dai presidenti Hu Jintao e Vladimir Putin, che da oggi partecipano al vertice della Cooperazione di Shanghai (Sco), allargato a Iran, Afghanistan, Bielorussia e Turchia. E’ «l’altro summit», che unisce le potenze energetiche alternative al Medio Oriente e l’abbraccio Mosca-Pechino sposta gli equilibri globali dei flussi di petrolio e gas. 
La firma dell’annunciato patto per le forniture del gas russo alla Cina non è stato ufficializzata. Il sì del primo produttore e del primo consumatore di energia al mondo però c’è e l’Asia centrale si appresta a superare i Paesi Arabi e a diventare il crocevia strategico delle materie prime. Sul Quotidiano del Popolo, Putin ha assicurato che «Mosca avvierà  forniture di gas su larga scala» e che l’asse Mosca-Pechino «cambia la configurazione del mercato energetico globale». Al vertice partecipano anche i ministri dell’Energia, i numeri uno delle agenzie atomiche e i capi dei colossi energetici delle due potenze, a partire dall’ad di Gazprom, Alexei Miller. Per il gas manca ancora l’accordo sul prezzo, ma le pipeline siberiane collegate fino al Guangdong sono pronte per aggiungersi a quelle di Turkmenistan, Kazakhstan e e Uzbekistan. Hu e Putin, al termine del faccia a faccia, hanno confermato che ormai «Cina e Russia hanno visioni coincidenti su tutto, o molto simili». Non si riferivano solo alle crisi internazionali, a partire dalla Siria e dagli attesi colloqui di oggi con Ahmadinejad e Karzai. Il patto a due sull’energia farà  esplodere l’interscambio Mosca-Pechino a 100 miliardi di dollari entro il 2015 e a 200 prima del 2020. E «l’intesa rossa» non si limita a gas e petrolio. Ieri è nato un fondo di investimento comune da 4 miliardi di dollari, aperto agli investitori privati cinesi. Putin, deciso a trovare mercati di sbocco alternativi alla Ue, ha anche annunciato un piano sino-russo per la prima linea elettrica trans-asiatica, con il coinvolgimento di Afghanistan, Pakistan e India, il varo di un’autostrada tra San Pietroburgo e Shenzhen e il sì «ad un’alleanza tecnologica, che porterà  a catene integrate di aziende hi-tech di Cina e Russia, per entrare congiuntamente nei Paesi terzi». Petrolio, gas, carbone ed energia atomica aprono le porte ad intese industriali e finanziarie su larga scala e riportano gli equilibri mondiali all’epoca d’oro dell’Urss di Brezhnev e della Cina di Deng Xiaoping. Dietro al sogno di Putin e del prossimo leader cinese, Xi Jinping, la «svolta verde» che sostiene l’energia pulita: prezzo del gas al più 17% nei prossimi cinque anni, con Pechino al raddoppio dei consumi.

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