Prove di intesa con Hollande «Solidarietà  e integrazione»

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PARIGI — L’Eliseo aveva promesso per le 19 e 15 una dichiarazione «veloce, molto spontanea» prima della cena di lavoro, e la cancelliera Angela Merkel e il presidente Franà§ois Hollande sono stati all’altezza delle attese. Anzi, le hanno superate. Hollande ha accolto Merkel nel cortile dell’Eliseo e davanti alla stampa ha dichiarato «siamo entrambi coscienti delle misure necessarie per la stabilità  finanziaria e vogliamo entrambi approfondire l’unione economica, monetaria e, un domani, politica». L’accenno, sia pure faticoso, all’unione politica è una novità  assoluta nel lessico di Hollande, che da mesi chiede di affiancare la crescita al rigore ma si era finora rifiutato di parlare del federalismo caro alla Germania. 
La cancelliera Merkel ha immediatamente ricambiato il favore annunciando che «abbiamo fatto dei progressi significativi quanto al patto sulla crescita, spero che potrà  essere adottato domani». Il patto sulla crescita, presentato a Roma il 22 maggio scorso, è la condizione posta da Hollande perché la Francia ratifichi il fiscal compact approvato a marzo: su questo il leader socialista ha combattuto e vinto la sua battaglia per le presidenziali, non può rinunciarvi e Merkel ha dato prova di averlo capito. 
Tutto il mondo guarda al vertice dei Ventisette oggi a Bruxelles: non si tratta di fondare in 24 ore gli Stati Uniti d’Europa né di mettere subito in comune la voragine del debito sovrano, ma almeno mostrare che l’asse franco-tedesco ha ripreso a funzionare, le soluzioni sono state individuate e — passo dopo passo — verranno tradotte nella realtà . Il passaggio a Parigi di Merkel proprio alla vigilia del Consiglio europeo di oggi era sembrato ripercorrere i tanti criticati passi dell’era Merkozy e del «direttorio franco-tedesco», ma ha mostrato invece la sua utilità . Nei giorni scorsi Merkel ha tuonato più volte contro gli eurobond (anche se ormai tutti vi hanno rinunciato, relegandoli a una prospettiva di lungo termine); e Hollande aveva insistito sul no all’integrazione politica (quando è evidente che una mutualizzazione sia pur progressiva del debito la renderà  inevitabile).
Con la breve apparizione di ieri sera a Parigi, Merkel e Hollande hanno mostrato di volere deporre le armi sottolineando i punti di contatto più che di disaccordo, in modo da creare l’atmosfera propizia per il vertice di oggi. 
Gli stretti collaboratori di Hollande hanno spiegato in via riservata, prima dell’arrivo della cancelliera, qual è ormai la prospettiva: approvare a Bruxelles il patto per la crescita in modo da affiancarlo al fiscal compact e dare così soddisfazione alla Francia, e procedere poi con il metodo dei piccoli passi. A ogni dose di solidarietà  finanziaria in più corrisponderà , nei prossimi mesi, una pari iniezione di integrazione politica, come pretende Merkel. Project bond, eurobill, fondi strutturali, la possibilità  per la Bce di finanziare direttamente le banche in crisi senza passare per gli Stati, saranno (forse) concessi dalla Germania in cambio di garanzie di controllo, quindi della progressiva cessione della sovranità  nazionale a Bruxelles. Questo è il compromesso possibile.


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