by Editore | 1 Giugno 2012 13:14
MODENA – «Tutti fuori, sta per arrivare un’altra scossa molto forte». È il giorno degli sciacalli. La paura è esplosa, il terrore dilaga nelle terre del terremoto. Fatti reali e voci che rimandano ad altre voci, crescono, montano, si dilatano, immense. Da Modena a Ferrara, da Mantova a Bologna, da Reggio Emilia a Treviso. L’onda copre paesi, campagne, città . Intasa i centralini, i telefoni pubblici e privati, i siti e gli sms, entra nelle tendopoli, si infila dovunque. Parla di auto che girano chiamando la gente a scappare. Da case, uffici, negozi, supermercati, ospedali. Di falsi volontari in divisa. Di telefonate e di improvvisi suoni di campanelli alle porte. «Fuggite».
Polizia, carabinieri, guardia di finanza, corpo forestale, questori, prefetti, comuni, province, vigili continuano ad avvisare: «Non credeteci. Sono tentativi di sciacalli che vogliono introdursi in luoghi abbandonati in fretta, in porte lasciate aperte. Vogliono rubare». La stessa Protezione civile è costretta a fare una nota ufficiale: non credete agli allarmi, non è possibile «stabilire quante scosse e di quale intensità potranno ancora interessare la stessa area».
Catena della paura, catena delle istituzioni che cerca di fermarla. Le Procure di Modena Bologna hanno aperto fascicoli. Procurato allarme. Contro ignoti. Altre inchieste si annunciano dappertutto. Di sicuro c’è il furto di alcuni scatoloni di divise e maglie dal centro coordinamento soccorsi di Marzaglia, a Modena.
Poco prima che cominciassero a fioccare le segnalazioni di falsi volontari della Protezione civile in giro a urlare di scappare. Dappertutto. «Sono entrati due tizi qui al supermercato, – raccontano al Conad di Gonzaga, già nelle terre di Mantova – avevano una maglietta e dei pantaloni arancione fluorescenti. Dicevano che stava arrivando un’altra scossa. Pensavamo fossero della Protezione civile e al microfono abbiamo detto a tutti di uscire». Alla filiale di Mantovabanca, sempre a Gonzaga, l’uomo in divisa era solo uno, la tecnica identica. Segnalazioni simili arrivano da Suzzara, Poggio Rusco, San Giovanni del Dosso, Pegognaga.
I ladri bloccati sono mezze tacche o meno ancora. Nella notte a Gonzaga i carabinieri hanno fermato una Lancia Y con due milanesi di 35 e 45 anni con precedenti penali. Hanno detto di aver accompagnato in paese alcuni conoscenti. Avevano cacciaviti, piedi di porco, tronchesi, flessibile elettrico, avvitatore e torce. A Mirandola, nel modenese, sempre i carabinieri hanno denunciato cinque italiani tra i 17 e i 31 anni, tutti della zona. Avevano appena tentato di vendere a un gioielliere due anelli d’oro: nella loro auto, utensili per lo scasso. Nello stesso paese, sono finiti peggio un casertano di 50 anni e due mantovani di 20 e 21 anni, spesso nei guai con la giustizia. Sono stati arrestati per furto: di una bicicletta in un cortile.
L’incubo sciacalli è altro, un vento diventato tempesta. «Mi hanno telefonato dalla banca che sta per tornare il terremoto» dice alle dieci di mattina la signora in strada Maggiore, sotto le Due Torri di Bologna. A Modena stanno scappando tutti alla Cisl, Palazzo Europa. «Ha chiamato la Protezione civile». Stessa cosa al Comune, in via Cialdini. E all’Inail. L’allarme arriva in piazza XX settembre, al mercato. La ragnatela delle chiamate che chiamano altre chiamate è ormai colossale. All’Anagrafe e a Nonantola. «Hanno avvisato da Carpi. Fuori». I palazzi si svuotano, i centralini si paralizzano, le strade si riempiono. «Ha suonato al citofono uno della Protezione civile».
A Bologna i timori passavano dal centro alla periferia. Fra Limiti di Soliera e Carpi, poi a Modena veniva segnata «una Fiat chiara, una Punto o una Stilo» che avvisava con il megafono di uscire di casa. Stessa cosa verso Mantova. «Prendete la targa» implorano gli uomini dello Stato di tutte le divise. «Andate via immediatamente e prima di tornare aspettate il nostro intervento e la fine di tutti i controlli statici del caso» era il falso allarme segnalato a Treviso. A Sant’Agostino, Ferrara, a San Prospero, nel modenese, fin nella Bassa reggiana sono avvistati finti volontari della Protezione civile che girano per le strade strillando di uscire di casa. Il questore di Ferrara Luigi Mauriello parla anche di falsi sms. Altre voci citano servizi sentiti in televisione e articoli su testata inesistenti.
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