“Fra tagli e ritorno dell’eroina bassa la guardia contro l’Aids”

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ROMA – “L’ITALIA sta abbassando la guardia contro l’Hiv”. In occasione della giornata mondiale contro la droga, istituita nel 1987 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità , e che ricorre proprio oggi,  la Lega italiana per la lotta contro l’Aids (Lila) lancia l’allarme sul rischio contagio: “I tagli alla sanità  stanno mettendo in pericolo i progetti di riduzione del danno legato al consumo di droga: se si interrompe la distribuzione di contraccettivi, siringhe sterili, il numero delle infezioni tornerà  a crescere”. Secondo le ultime stime del ministero della sanità , sono 157mila i malati di Aids. Un solo soggetto infetto, costa al sistema sanitario 150mila euro l’anno. E la popolazione carceraria non è immune al problema. Per questo la Lila  torna a chiedere che vengano rispettati in protocolli internazionali, e come negli altri paesi europei, si provveda alla distribuzione di contraccettivi e siringhe sterili, anche nei penitenziari italiani.

Il boom dell’eroina. I numeri sul consumo di sostanze stupefacenti, sono in crescita. In particolare quelli sull’eroina. A fumarla si inizia giovanissimi. L’ultima indagine del Consiglio nazionale delle ricerche  sui comportamenti degli alunni delle scuole medie superiori, rivela che solo lo scorso anno, oltre 45mila studenti italiani hanno provato almeno una volta l’eroina; 740mila, gli sperimentatori tra i 15 e i 64 anni. A questi si aggiungono 160mila consumatori recenti (coloro che hanno iniziato a a fare uso di eroina negli ultimi 12 mesi), e 80mila utilizzatori correnti. Di pari passo con il consumo, è aumentato anche il numero dei sequestri di “brown sugar”: 158 chili nei primi tre mesi del 2011, contro gli oltre 300 nello stesso periodo di quest’anno, confermano i dati del ministero dell’Interno.

In crisi la riduzione del danno. L’eroina è tornata prepotentemente in circolazione, “tuttavia in Lombardia i sette progetti di sostegno ai tossicodipendenti avviati 10 anni fa, scadranno il 30 giugno per mancanza di fondi  – denuncia il responsabile regionale della Lila, Massimo Oldrini  –  e la ricaduta sociale rischia di essere devastante”. Il numero delle siringhe usate ritirate dalla circolazione in tutta la provincia di Milano tra il 2007 e il 2011, supera il milione e 800mila: 600mila in più rispetto al triennio precedente. “L’Italia è stata pioniera in Europa, avviando i primi progetti già  nel 1994  –  ricorda lo psicologo Maurizio Coletti, presidente dell’associazione Itaca  –  e proprio tramite questi si è riusciti a contenere il numero delle infezioni. Ma si rischia di andare incontro a un’involuzione, facendo pagare la mancanza di risorse  ai soggetti socialmente più deboli”.  

Il contagio in carcere. “Già  nel 1993  –  afferma il presidente di Lila, Alessandra Cerioli –  la World health organization (Who), ha emanato le “Linee guida su Aids e infezioni da Hiv in carcere”, sancendo il diritto dei detenuti alle misure di prevenzione quali siringhe sterili e profilattici. Nel 1998 queste stesse linee guida sono state riprese dal Consiglio d’Europa , eppure in Italia ancora non sono state messe in pratica. Il sesso e la droga, esistono anche nelle carceri, è inutile far finta di nulla  –  continua Cerioli  –  e va tenuto conto che il 50% dei reclusi è dentro per motivi legati alla droga. Almeno un detenuto su quattro è tossicodipendente. I malati di Aids sono circa il 5%,  mentre il 60%  soffre di epatite. Il tutto è aggravato dal sovraffollamento. Per quanto ancora si può far finta di nulla?”.


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