Sindacati in piazza: “Siamo più di 100mila” A Roma per “il valore del lavoro”

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ROMA – E’ iniziata da pochi minuti la manifestazione organizzata a Roma da Cgil, Cisl e Uil per chiedere al governo un cambiamento dell’agenda su lavoro, crescita, welfare e fisco. Serrando le fila dietro il titolo-slogan “Il valore del lavoro”, i sindacati tornano in piazza a Roma per chiedere una svolta nella politica economica del Paese. “Siamo qui per chiedere al Governo il cambiamento – dichiara Susanna Camusso -. La politica di rigore ha prodotto iniquità  e non ha dato risposte al lavoro e allo sviluppo. Chiediamo un cambiamento dell’agenda nella politica senza il quale non ci potranno essere prospettive per il Paese”.

Partito da Piazza Esedra, intorno alle 10, il corteo arriverà  in Piazza del Popolo, dove concluderanno il raduno gli interventi dal palco dei tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Secondo gli organizzatori, sono presenti più di 100mila persone. Ma il sindacato “continuerà  a mobilitarsi in tutta Italia per il lavoro e per la crescita”, fa sapere Bonanni, “vogliamo la crescita ma questa non si fa con le tasse o con la riduzione di stipendio e pensioni. Fanno la terapia contraria a quella che serve”.

Infuria ancora la polemica sulle cifre sugli esodati . “Siamo in piazza anche per loro”, dichiara il numero uno della Uil, Luigi Angeletti, “il ministro Fornero risolva il problema degli esodati e faccia meno interviste. Non si candiderà  e quindi non servono”. “Ci aspettiamo che il ministro Fornero corregga il suo errore”, incalza Bonanni.

Ma il pressing dei sindacati sul governo riguarda soprattutto una riforma fiscale che riduca la pressione sui lavoratori dipendenti e sui redditi da pensione e una “svolta epocale” sul tema dell’evasione fiscale. Cgil, Cisl e Uil evidenziano la possibilità  di istituire una tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze ma anche la necessità  di razionalizzare i costi della pubblica amministrazione.

Susanna Camusso è critica anche col decreto sviluppo varato ieri dall’esecutivo. “Non c’è la svolta che sarebbe necessaria al Paese” dichiara la leader Cgil, “Il rischio è che dopo tanti annunci i vantaggi siano pochi e non si coglie un cambio effettivo di segno”. Stessa posizione per Raffaele Bonanni, che in un editoriale apparso oggi sulla prima pagina del quotidiano della Cisl, ‘Conquiste del lavoro’, scrive: “E’ un primo segnale ma è ancora troppo poco. Per far uscire il Paese dalla recessione, occorre  far crescere  i salari e le pensioni attraverso una riduzione delle tasse e dei troppi balzelli che gravano sul lavoro”.

“Bisogna – spiega Bonanni – da un lato assicurare la tenuta dei conti pubblici e, dall’altro, liberare risorse per la crescita del Paese, a partire da quelle per incrementare la domanda dei consumi e gli investimenti. Viceversa, l’attuale governo Monti – fa notare Bonanni – con la nuova delega fiscale, ha perso l’occasione di interventi in questa direzione. Ecco perché noi continueremo a chiedere l’introduzione di una vera patrimoniale mobiliare e immobiliare, intensificando la lotta all’evasione fiscale e contributiva che rappresentano ancora il  vero ‘bubbone’ da estirpare”.


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