“Troppe incertezze dalla Merkel ma i cattivi non siamo solo noi”

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 ATENE — «L’Europa deve svoltare. La sua indecisione ha fatto più male alla Grecia dei nostri problemi domestici, debiti compresi. E c’è ancora qualcuno che vorrebbe farci diventare il capro espiatorio dell’euro, per dimostrare che i cattivi pagano e quindi la moneta unica funziona. Sarebbe un errore imperdonabile ». Sono passati nove mesi da quando George Papandreou ha lasciato la poltrona da primo ministro di Atene. Il paese ha già  votato una volta («è stata una follia di Samaras quella di voler andare a elezioni») e sta per concedere il bis. E l’ex premier, camicia bianca, cravatta e tazza di the in mano, si toglie qualche sassolino dalla scarpa con un gruppo ristretto di giornalisti internazionali. Alexis Tsipras? Altro che volto nuovo, il leder della sinistra radicale di Syriza «è un politico con un programma conservatore ». Chi vincerà  alle elezioni? «Spero chi vuol tenere la Grecia nell’euro. Ma in ogni caso servirà  al 99% un governo di coalizione
«Chiunque vinca, spero abbia il senso di responsabilità  di continuare nel percorso tracciato. Il memorandum d’intesa con la Trojka può forse essere rivisto,
il mio governo l’ha fatto diverse volte. Ma non può essere
Eppure tantissmi greci rivoteranno Syriza che considera il memorandum carta straccia. Come mai?
«Quando stai male, credi a chiunque ti venda un paradiso dove ti promette di star meglio. Tsipras vuol stare nell’euro senza prendersene le responsabilità . Due anni fa invitava i cittadini a non pagare le tasse. Oggi vuol nazionalizzare banche e
aziende e riassumere nel settore pubblico. Il suo è un programma conservatore, non certo riformista. La ricetta per guarire la Grecia è semplice: vanno fatte pagare le tasse, combattuta la corruzione, riformate le pensioni e resa trasparente ed efficiente la pubblica amministrazione
«Il mio governo ha fatto in due anni più riforme di quante se n’erano fatte nei venti precedenti.
Io avrei voluto essere giudicato su una legislatura di quattro anni. Poi l’Europa, che manca di governance ed è sempre in ritardo rispetto ai mercati, non ha capito che per svolte strutturali di questo tipo servono tempi lunghi. Ed è andata come è andata».
«La Grecia ha i suoi guai. Ma più dei debiti ci ha fatto male l’incertezza di Ue e Germania, più corrosiva dei debiti. La Merkel sa cosa deve fare per Atene e per il continente, ma non sa come venderlo ai tedeschi. E c’è ancora qualcuno che ha la tentazione di sacrificare la Grecia per dire “Hai visto che l’euro funziona e che chi sbaglia paga?”».
«Una vera svolta. Serve l’unione bancaria con rigidi controlli, i project bond, gli eurobond, la tassa sulle transazioni finanziarie. È impossibile che un paese che rappresenta solo il 3% del Pil di un continente possa metterlo in ginocchio. Ricordiamoci che la crisi è nata dalla finanza di Wall Street e da un sistema bancario poco trasparente. Al mondo si è creata una superclasse di troppo ricchi più potente dei governi. L’Europa può essere leader di un movimento ideale per correggere queste storture».
Chiunque vinca spero prosegua nel percorso tracciato. Ma al 99% servirà  un governo di coalizione


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