by Editore | 6 Giugno 2012 6:36
MILANO – Unipol-Fonsai, si tratta ancora. Il cda della compagnia bolognese, che si è tenuto nel pomeriggio, sembra non abbia accettato in blocco le condizioni dell’offerta varate lo scorso 24 maggio da Fonsai-Milano: un nuovo testo con l’offerta di parte Unipol potrebbe essere stato inoltrato nella notte alle compagnie di Ligresti, forse stamane, a mercati ancora chiusi. Da parte Unipol non ci sono state comunicazioni ufficiali, sul fronte Fonsai si era in attesa di una controfferta. Che, per essere approvata, dovrà peraltro ripassare per il voto positivo delle tre società coinvolte, cosa che porterebbe probabilmente ad una nuova maratona nel fine settimana (per arrivare il 12 giugno all’assemblea Premafin con i contratti di rifinanziamento del debito firmati dalle banche e dunque muoversi nell’ipotesi di continuità aziendale). Il che apre un fronte supplementare su Milano assicurazioni, il cui cda deve essere nuovamente eletto nell’assemblea di metà luglio. Ieri comunque la compagnia ha ricordato che la negoziazione per l’integrazione «continua ad essere seguita nell’interesse della compagnia da Angelo Casò».
Nella giornata di ieri si erano riuniti anche i cda Fonsai e Milano. Al centro del doppio appuntamento, la strategia da tenere nei confronti delle holding a monte, Sinergia e Imco. Le due società sono alle prese con un piano di ristrutturazione aziendale che dovrà passare al vaglio del giudice, ex articolo 182 bis della legge fallimentare (sugli attivi di Sinergia-Imco c’è una manifestazione di intenti dei fondi Hines, mentre non è interessata Enpam). E l’atteggiamento che terranno Fonsai e Milano sui circa 162 milioni di crediti (dopo la svalutazione per circa 54,2 milioni, già compresa nei bilanci 2011 delle due compagnie) rischia di essere determinante – o quasi – sulla percorribilità o meno del piano di ristrutturazione. I crediti riguardano tre siti: un complesso residenziale in via Fiorentini a Roma (su cui i lavori sono fermi in attesa della revisione soggetta ad approvazione del Comune), un edificio ad uso terziario di 12 piani in via de Castillia a Milano (zona Isola) e infine un albergo, con annesso centro benessere, a San Pancrazio Parmense, su cui peraltro nel novembre 2011 Ata Hotel ha dichiarato di non essere più interessata alla locazione dell’immobile.
Nel corso del proprio cda, Fonsai aveva anche affrontato il nodo dei requisiti di indipendenza del consigliere Roberto Cappelli, che a breve verranno illustrati alla Consob. Intanto gli amministratori hanno fatto sapere che in caso di aumento da 1,1 miliardi, il margine di solvibilità corretto proforma della compagnia a fine aprile scorso sarebbe del 136,2%. Secondo i sindacati, infine, la fusione metterebbe a rischio 3.500 posti.
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