Arriva la fiducia sulla spending review resta il dimezzamento delle Province

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Maxiemendamento e fiducia — che sarà  votata oggi dall’aula del Senato — per la spending review che ingloba anche il decreto sulla vendita del patrimonio pubblico. Un intervento da 4,5 miliardi per la seconda metà  di quest’anno per scongiurare l’aumento dell’Iva (10,5 nel 2013 e 11 nel 2014) e per mettere in sicurezza il pareggio di bilancio. Dopo la lunga notte tra venerdì e sabato, che ha portato all’esame di circa 2.000 emendamenti, il testo è stato ulteriormente modificato dal governo.
Due le novità  principali: l’aumento delle tasse universitarie sarà  anche per gli studenti in regola con gli esami (non solo per i fuoricorso). Si trova inoltre una mediazione sui farmaci senza «griffe» che aveva scatenato polemiche: il medico sarà  obbligato a prescriverli all’avvio di un percorso di cura ma potrà  inserire anche il nome di un specifico prodotto cui il farmacista dovrà  attenersi. «Abbiamo tenuto sui saldi e sulle Province», ha dichiarato il relatore Giaretta (Pd). Per le Province infatti si procede al «riordino», ma restano i criteri di 350 mila abitanti e 2.500 km quadrati e l’obiettivo del dimezzamento. Vincono la battaglia la ricerca e la cultura: evitata la soppressione di alcuni enti (a partire da quelli che fanno perno sul mondo del cinema) e vengono ridimensionati i tagli. L’Isvap si fonderà  con Bankitalia, ma la Covip (fondi pensione) resta in vita.
Possibile aumento delle addizionali Irpef per le otto regioni in deficit sanitario o sotto osservazione. Il cuore della spending review perde un pezzo: il ricorso alla Consip per le amministrazioni non sarà  obbligatorio ma facoltativo se, in alternativa, si riusciranno a spuntare prezzi più bassi.

Farmaci / Corsia preferenziale per i generici su quelli di marca decide il medico    


Corsia preferenziale per i farmaci generici, cioè per l’indicazione da parte del medico del solo principio attivo. L’indicazione obbligatoria del farmaco senza «griffe» tuttavia potrà  essere affiancata, su discrezione del medico di base, dall’indicazione di uno specifico medicinale con nome e marca. I medici inoltre dovranno accludere, qualora facciano il nome di uno specifico farmaco, anche una sintetica descrizione delle motivazioni, vincolando il farmacista. E’ questa la mediazione che si è raggiunta dopo le proteste dei medici e dell’industria farmaceutica. L’associazione dei medici di famiglia ha comunque bocciato la nuova norma definendola peggiorativa perché aggrava il lavoro del medico.

Statali / Undicimila in sovrannumero Alla Difesa via il 10 per cento    


Il pubblico impiego paga un prezzo pesante alla spending review, e già  si annuncia uno sciopero per il 28 settembre indetto da Cgil e Uil al quale tuttavia ha detto no la Cisl. Il taglio delle piante organiche previsto è del 10 per cento per l’intero settore state e del 20 per cento per i soli dirigenti. Ieri il ministro per la Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi ha quantificato gli statali in «sovrannumero» nella amministrazioni centrali. Si tratta di 11 mila dipendenti. La strada da definire passerà  attraverso la mobilità  e i pensionamenti anticipati. Per gli statali inoltre arriva un tetto a 7 euro per i buoni pasto e la norma che impedisce la monetizzazione delle ferie non godute. Tagli anche al personale della Difesa del 10 per cento.

Atenei / A sorpresa aumentano le tasse anche per gli studenti in regola    


Aumentano a sorpresa le tasse universitarie anche per gli studenti regolarmente in corso e a posto con gli esami e non soltanto per gli attempati «fuoricorso». La norma è contenuta nel maxiemendamento e prevede la possibilità  di un aumento, stabilito dagli atenei, fin dal prossimo autunno, con eccezione degli studenti con reddito Isee di 40 mila euro che non potranno subire rincari superiori all’indice Istat dei prezzi. Restano invariati gli aumenti per i «fuoricorso» che potranno arrivare fino al 100 per cento per gli studenti che hanno un reddito familiare superiore ai 150 mila euro. Per gli studenti «fuoricorso» con un reddito familiare inferiore ai 90 mila euro l’aumento potrà  arrivare fino al 25 per cento.

Regioni e Comuni / Una scure da 7,2 miliardi di euro ma ai Comuni subito 800 milioni    


Tagli alle Regioni e ai Comuni per circa 7,2 miliardi. Ai Comuni arriva per il 2012 una boccata d’ossigeno per 800 milioni: una sorta di anticipo di cassa che andrà  ai municipi a corto di liquidità  secondo una mappa che sarà  definita dalle Regioni. Salta nel maxiemendamento la norma che imponeva ai Comuni di dare in affitto gratis allo Stato i propri immobili. Viene rinviata al 2015 la disposizione che imponeva uno sconto del 15 per cento a coloro che danno in affitto immobili alla pubblica amministrazione: la norma riguarderà  comunque in contratti scaduti e da rinnovare. Salta anche la norma che imponeva la soppressione delle circa 3.300 società  «in house» interamente possedute dai Comuni e dalle altre amministrazioni locali.


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