Chrysler targata Fiat continua la corsa nel secondo trimestre utile +141%

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TORINO â€” L’America pompa denaro nelle casse altrimenti esauste della Fiat. Nel secondo trimestre 2012 l’utile netto di Chrysler sale a 436 milioni di dollari (+ 141 per cento), tutti disponibili, a differenza dello scorso anno. Dodici mesi fa infatti i 181 milioni di utile del secondo trimestre si erano trasformati in una perdita di 370 milioni per effetto della rata di oltre mezzo miliardo pagata al governo americano per restituire il prestito che aveva consentito il salvataggio dell’azienda nel 2009. Il debito di Marchionne verso Obama è stato estinto interamente il 24 maggio dello scorso anno e l’evento venne celebrato all’epoca con una festa e le spille commemorative. Oggi tutto ciò che entra nelle casse di Detroit è dunque interamente utilizzabile e serve a tamponare gli effetti devastanti sui conti del Lingotto della crisi di mercato europea.
Chrysler ottiene questa performance grazie a un nuovo incremento delle vendite: 630 mila veicoli consegnati nei tre mesi dalla casa di Auburn Hills, il 22 per cento in più dello scorso anno. I ricavi sono saliti a 16,8 miliardi di dollari, in crescita del 23 per cento. Per motivi di stagionalità  la performance non è automaticamente proiettabile sui dodici mesi, ma è presumibile che di questo passo nel 2012 Chrysler si avvicini ai 2,4 milioni di auto vendute, quasi mezzo milione in più di quelle che probabilmente riuscirà  a vendere il gruppo Fiat quest’anno in tutto il mondo. Se si tiene conto che dei quasi due milioni che i marchi di Torino dovrebbero vendere nel 2012, metà  sono consegnati in Sudamerica, si capisce bene il peso esiguo che l’Europa finisce per avere nel gruppo guidato da Sergio Marchionne: circa un milione di vetture, il 25 per cento delle consegne che, unica area geografica tra le quattro del gruppo, non producono utili ma continuano a generare perdite.
Il quadro spiega perché negli equilibri interni del gruppo l’America abbia cominciato a pesare molto. Urge dunque rimediare in Europa. Di questo discuterà  oggi il cda di Fiat riunito al Lingotto per approvare la semestrale. Non sembra essere ancora arrivata l’ora delle decisioni drastiche che, proseguendo questo trend anche nel terzo trimestre, rischiano di diventare inevitabili a ottobre. Domani, dopo il cda di Fiat Industrial e una nuova conference call dopo quella di oggi, Marchionne incontrerà  i sindacati che hanno firmato gli accordi aziendali. L’ad confermerà  probabilmente gli investimenti nell’area torinese ma dovrà  dire quando scioglierà  la riserva sugli investimenti bloccati per Punto e Bravo. Ieri la Fiat ha annunciato che anche per le migliaia di cassintegrati di Pomigliano è previsto in luglio un premio di produzione di 600 euro. Oggi si capirà  meglio invece quale potrebbe essere l’esito dell’infinito braccio di ferro giudiziario con la Fiom: in giornata è prevista la sentenza di appello sul diritto della Cgil ad avere delegati nelle fabbriche del torinese. In autunno la regia della linea sindacale della Fiat dovrebbe cambiare: indiscrezioni riferiscono che il successore di Paolo Rebaudengo (pensionato dal 1 settembre) potrebbe essere Pietro De Biasi, oggi direttore delle risorse umane dell’Ilva di Taranto e dell’intero gruppo Riva.


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