“Così Fiat ha un impianto di troppo in Italia”

by Editore | 4 Luglio 2012 8:01

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TORINO â€” Con l’attuale mercato europeo c’è uno stabilimento Fiat in eccesso in Italia. Sergio Marchionne non nasconde le sue preoccupazioni sul futuro di un mercato «che nel nostro paese si avvia a chiudere l’anno con 1,4 milioni di pezzi e in Europa non sta certo bene». E aggiunge: «Prevedo che questa situazione rimarrà  stabile per 24-36 mesi. Se non riusciremo a produrre in Italia anche per il mercato Usa penso che ci sarà  uno stabilimento di troppo tra i quattro italiani». Un’ipotesi, per il momento. Ma anche uno spettro sulle prospettive degli insediamenti nella Penisola. Per fugare le voci sulla reale intenzione di Fiat di investire a Mirafiori (ieri la Fim nazionale ha tenuto un convegno a Torino sollevando dubbi), al termine della presentazione della nuova 500 L lanciata alle Ogr (la stessa location dell’ultimo programma di Fazio e Saviano) è stata fatta intravedere la sagoma del nuovo suv che verrà  realizzato a fine 2013 nello stabilimento torinese. Ma a chi chiedeva di confermare tutte le previsioni di investimento in Italia, Marchionne ha risposto: «Con il mercato a un milione e quattrocentomila pezzi all’anno non faccio previsioni. Su Mirafiori confermo quel che abbiamo detto». Il lancio della 500 L, prodotta in Serbia in 70-80 mila pezzi nel 2012, coincide con le buone notizie che arrivano dagli Usa dove Chrysler a giugno cresce del 20% rispetto allo stesso mese del 2011 e dove la Fiat 500, superate le difficoltà  iniziali, sale del 122 per cento raggiungendo in sei mesi una quota di vendite pari a tutto il 2011. È con questo mercato di riferimento che il Lingotto sceglie di incrementare la sua quota in Chrysler acquistando dal fondo Veba dei sindacati americano il 3,3%. Quando arriverà  al 100%?: «Abbiamo la possibilità  di farlo in qualsiasi momento ma oggi non credo che ci convenga». L’accordo consente di arrivare fino al 2016: «Credo che quella data sia troppo in là ». Sul fronte italiano continua a pesare il braccio di ferro con la Fiom su Pomigliano. Il tribunale dice che sono stati discriminati gli iscritti alla Cgil: «Non è vero, ne abbiamo assunti 20». Il riferimento è agli ex iscritti che sono stati assunti dopo aver restituito la tessera. Che cosa accadrà  se il Tribunale confermerà  la sentenza di primo grado? «Lo abbiamo detto: se ne entreranno 145 ne devono uscire 145. Con questo mercato il sistema non ne accoglie di più». Ma manterrete l’impegno ad assumere tutti i cassaintegrati di Pomigliano? «Se il mercato lo consentirà , si». Il modello di relazioni sindacali a cui si ispira Marchionne «è l’accordo recentemente raggiunto alla Vauxhall con 51 settimane di lavoro, tre turni, utilizzo del sabato e contenimento del costo del lavoro». «Per poter produrre per gli Stati Uniti, dobbiamo avere quella tranquillità  là­», aggiunge l’ad del Lingotto e chiosa: «Altro che discutere sui 145 in più o in meno ». Parole inevitabilmente destinate a rinfocolare la polemica.
L’attualità  fa cosà­ passare in secondo piano il lancio della nuova vettura venduta in Italia da metà  settembre al prezzo di 15.550 euro.

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