Draghi e Monti in campo per l’euro ma la Germania si spacca sulla Bce
ROMA — E’ la settimana decisiva per l’euro. Questa volta la partita si gioca tra Francoforte e Berlino. Certo, i leader europei avranno un loro ruolo, ma la trattativa cruciale sarà all’interno della Bce. Il cui presidente, Mario Draghi, lo ha detto chiaramente: intende agire per salvare la moneta unica. Parole che sono bastate a riportare il sereno sulle Borse e ad abbattere gli spread. Ma ora deve passare ai fatti. E il Consiglio dei governatori delle banche centrali resta spaccato. Contro Draghi è uscita allo scoperto la Bundesbank, dietro le quinte appoggiata da alcune consorelle del Nord Europa. In gioco l’intervento dell’Eurotower sugli spread, l’unico in grado di evitare un tracollo della Spagna e crescenti pressioni sull’Italia da qui all’entrata in funzione dello scudo anti-spread, che non arriverà prima di fine settembre. Con la crisi della Grecia ancora in corso, i tassi della scorsa settimana precedenti all’annuncio di Draghi hanno fatto capire i rischi che minacciano l’euro.
La Bce può decidere di comprare Bond per scacciare la speculazione e ridare fiducia agli investitori anche a maggioranza. Come fece nel 2011 quando comprò 211 miliardi di Btp e Bonos. Ma l’unanimità darebbe più credibilità al programma. Come spiega un addetto ai lavori di stanza a Francoforte: «Se vuoi essere davvero efficace devi metterci un mucchio di soldi, devi essere disposto ad andare a fino in fondo, a sostituirti del tutto ai mercati. Cosa che puoi fare solo con il sostegno di tutto il Consiglio».
Il programma di acquisto dei titoli (Smp) è “in sonno” da 20 settimane e può essere sbloccato in qualsiasi momento, anche con una teleconferenza tra governatori. Ma cruciale sarà la discussione in seno al Consiglio direttivo della Bce di mercoledì e giovedì. Così come la marcia di avvicinamento alla fatidica riunione di Francoforte. Domani il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geitner, sbarcherà sull’isola di Sylt, Mar del Nord, per incontrare il Finanzminister Schaeuble, protagonista con la Merkel (da ieri in vacanza in Alto Adige) di una impressionante svolta pro-Draghi. Geithner andrà poi a Francoforte per parlare con lo stesso presidente della Bce. D’altra parte è chiaro a tutti quanto la soluzione della crisi europea sia importante per Obama in vista del voto di novembre. Poi l’incontro decisivo, quello tra Draghi e il presidente della Bundesbank Jens Weidmann. “Supermario” cercherà di portarlo dalla sua assicurandogli che l’acquisto di titoli non aumenterà la massa monetaria, fugando i “sacri” timori tedeschi sull’inflazione. Anzi, gli dirà che l’Smp servirà proprio a contenere l’inflazione,
visto che gli spread stanno rendendo inefficaci gli strumenti di politica monetaria dell’Eurotower, facendole perdere mordente sul controllo dei prezzi.
Intanto in Germania la tensione è alle stelle, come spiega una fonte diplomatica: in queste ore – racconta – è in corso una vera e propria «resa dei conti» sul futuro dell’euro, con «pressioni» crescenti sulla Bundesbank. In soccorso della quale ieri è arrivato il liberale Philip
Roesler, vicecancelliere e ministro dell’Economia. «Acquistare bond governativi non può essere una soluzione ». Ma ci sono i governi di mezza Europa che cercano di aiutare Draghi. Le esternazioni in suo sostegno si moltiplicheranno, così come le dichiarazioni sulla volontà di accelerare l’attuazione delle decisioni prese a dal Consiglio europeo di giugno. Si insisterà anche, spiega il responsabile europeo del Pd Sandro Gozi, «sulla stesura di
una vera road map con tappe scadenzate nel 2012 e 2013 per arrivare a quell’Unione politica» (maggiori poteri a Bruxelles sui bilanci nazionali) che consentirà di mettere in comune il debito, risolvendo la crisi. Un modo per rinforzare Draghi di fronte ai detrattori, per i quali un intervento della Bce darà solo un po’ di ossigeno a governi inerti che ripiomberanno nella crisi quando l’intervento di Francoforte terminerà . Cruciale anche
il tour europeo di Monti. Martedì pranzerà a Parigi con Hollande, con le dichiarazioni dei due “alleati” che rinforzeranno Draghi. Il giorno dopo sarà a Helsinki dove, oltre al Parlamento e alla Confindustria finlandese, vedrà il primo ministro, il super-falco Katainen. L’obiettivo è quello di spiegare l’opera del governo e di mettere fine ai pregiudizi nei confronti di Roma da parte di una nazione spesso schierata contro l’Italia. Giovedì Monti sarà infine a Madrid per incontrare Rajoy, premier di una Spagna sempre più in zona rossa. Da Madrid passa anche il nostro futuro.
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