Guerra: “Indennità  di accompagnamento non sarà  assoggettata all’Isee”

by Sergio Segio | 30 Luglio 2012 15:09

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ROMA – Isee, social card e non autosufficienza: in un’estate di fuoco tra crisi e spending review, nell’agenda del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sono questi i temi caldi su cui lavorare, nonostante il terreno delle risorse sia ormai intoccabile, incandescente. A parlarne “sotto l’ombrellone” con Emanuele Ranci Ortigosa, direttore di Prospettive Sociali e Sanitarie, è il sottosegretario al Welfare, Maria Cecilia Guerra, in un’intervista che verrà  pubblicata nel numero di agosto della rivista dell’Istituto per la ricerca sociale. Temi su cui non mancano le novità , a cominciare dall’indicatore della situazione economica equivalente. “Sull’Isee abbiamo lavorato e siamo prossimi a presentare una riforma che rivede completamente l’istituto – spiega Guerra -, in ordine a due profili fondamentali: la costruzione stessa dell’indicatore e le modalità  di controllo”. Per il sottosegretario, l’Isee “non è lo strumento che rilancia le politiche assistenziali e sociali nel nostro Paese, però in un contesto in cui le politiche principali dovranno continuare ad essere selettive è fattore cruciale di equità  che la selettività  sia fatta con strumenti credibili”.

Sul tema Isee, per il sottosegretario le contestazioni sono acqua passata, perché motivate “da paure che ancora discendono dai contenuti della delega su fisco e assistenza del precedente governo, accantonata dal nostro”. Contestazioni ritirate, spiega Guerra “in quanto il governo si è impegnato con un apposito comunicato a non utilizzare l’Isee per tagliare la spesa sociale e anche a non assoggettare a Isee l’indennità  di accompagnamento”. “Posso confermare – aggiunge Guerra – che i campi di applicazione dell’Isee per quanto riguarda le prestazioni assistenziali nazionali con il decreto non verranno ampliate, e che quindi non ci sarà  un’applicazione dell’Isee all’indennità  di accompagnamento”, anche se la riforma in quest’ultimo tema resta necessaria, aggiunge il sottosegretario. Un Isee che possa essere considerato esso stesso un “livello essenziale” delle prestazioni. “Se arrivassimo a definire dei livelli essenziali delle prestazioni in campo sociale, non potremmo ignorare il fatto che il livello essenziale è tale se definisce anche il grado massimo di compartecipazione che può essere richiesto al beneficiario. Nello stesso tempo l’Isee stesso deve essere riconosciuto come Liveas per rimarcare il diritto dei cittadini che la loro condizione economica non sia valutata in termini differenti a seconda della specifica sensibilità  del territorio di loro appartenenza”.

Novità  anche sulla Social card. Con una sperimentazione in 12 città  con più di 250 mila abitanti, la nuova carta cercherà  di diventare uno strumento di contrasto più efficace. “I criteri di assegnazione della social card sperimentale cambiano completamente – spiega Guerra -, nel senso che verranno individuati, d’accordo con le città  prescelte, dei target specifici di deprivazione economica e sociale e la social card avrà  anche un valore unitario più alto di quella attuale”. Non solo. La Social card  verrà  affiancata da altri servizi messi in campo dai comuni. Uno strumento sperimentale che però punta in alto. “L’abbiamo ridisegnata – spiega il sottosegretario – per farne, prima di tutto, uno strumento sperimentale, poi per tenere alta l’idea che deve essere disegnato e introdotto nel nostro ordinamento, prima o poi, uno strumento di contrasto alla povertà  assoluta di tipo universale”. L’attuale Social card, però, non è ancora in pensione. I fondi bastano fino al 2013, ma non c’è ancora un impegno ufficiale del governo a rifinanziare il progetto. Sul tema della non autosufficienza, infine, “uno degli elementi fondamentali per una qualsiasi riforma – spiega Guerra – è l’integrazione sociosanitaria, che parte da una valutazione del caso effettuata secondo criteri sia sociali che sanitari, e non sia quindi una valutazione della non autosufficienza appoggiata solo su quelli sanitari”. Nonostante le “scarsissime risorse” a disposizione e i mesi contati per l’attuale esecutivo, il sottosegretario assicura: “Nel campo delle politiche sociali, non si può aspettare che ci siano tutte le condizioni per cominciare a lavorare”. (ga)

 

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