Il Papa sull’Ilva: soluzioni per tutelare il lavoro e la salute

by Editore | 30 Luglio 2012 10:36

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TARANTO — C’è il Papa che si dice «preoccupato» per i lavoratori dell’Ilva, che assicura «vicinanza agli operai e alle loro famiglie» ed esorta «tutti al senso di responsabilità » perché si faccia «ogni sforzo per giungere a una equa soluzione che tuteli il diritto alla salute e il diritto al lavoro». Ci sono i sindacati di categoria che preparano la «grande manifestazione di giovedì» con gli operai che invaderanno la città  portando con loro le famiglie, bambini compresi. E c’è il procuratore capo Franco Sebastio che fa sapere infastidito: «Qui non c’è nessuna trattativa». Da quando il giudice delle indagini preliminari Patrizia Todisco gli ha concesso il sequestro dell’area a caldo dell’Ilva si è generato un clima di false speranze che lui non vuole e soprattutto non può alimentare. Dalla politica, dal sindacato, dalle istituzioni, sono arrivati segnali di una sorta di collaborazione nel rapporto Ilva-Procura che di fatto non esiste, non fosse altro che per la mancanza di contatti fra le parti. Semmai si potrà  parlare di distensione; si saprà  oggi perché il procuratore e i pubblici ministeri del caso Ilva sentiranno come testimone Bruno Ferrante, l’ex prefetto di Milano e attuale presidente del gruppo siderurgico che poche settimane fa ha preso il posto di Nicola Riva, il figlio del patron dello stabilimento, Emilio, tutti e due agli arresti domiciliari (assieme ad altri sei dirigenti dell’azienda).
Tutto dipenderà  da come Ferrante potrà  gestire la questione. Ha avuto totale carta bianca dalla proprietà ? Fino a che punto può mettere mano al portafoglio della famiglia Riva? Può impegnarsi come neopresidente per un piano di risanamento ambientale che azzeri i motivi stessi dell’inchiesta e convinca i magistrati a fare un passo indietro sul sequestro?
La testimonianza dell’ex prefetto non sarà  che uno dei tanti passaggi di questa settimana tutta all’insegna dell’Ilva. Stamattina, per cominciare: il sindaco Ippazio Stefà no ha convocato il consiglio comunale dedicato all’argomento e aperto più che mai agli operai. Sempre in mattinata si terrà  l’assemblea generale delle imprese di Confindustria per discutere delle ripercussioni produttive dopo il sequestro. E poi c’è la diocesi che in segno di solidarietà  agli operai vorrebbe una veglia di preghiera o una fiaccolata (ancora non è deciso) mercoledì sera nel quartiere «della morte», Tamburi. Il giorno successivo la manifestazione organizzata da Uilm, Fim e Fiom che prevedono la sfilata di almeno ventimila persone: arriveranno gli operai dagli stabilimenti di Genova e Novi Ligure e ci saranno donne e bambini in prima fila. L’appuntamento più importante venerdì: il giudici del Riesame decideranno se confermare o meno gli arresti domiciliari e il sequestro. Sarà  una settimana calda, questo è sicuro.

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