La missione di Monti per l’accordo sull’euro Il summit a Parigi

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ROMA — L’agenda al momento riporta tre tappe: Parigi, Helsinki, Madrid. Il Paese dello storico asse con la Germania, la Francia, ora con Hollande più attenta ai problemi dell’area sud d’Europa. Uno dei paesi dell’«euro-nocciolo», la Finlandia, sempre contraria a cedimenti verso chi ha esagerato con il debito pubblico. Infine, il Paese al centro della crisi attuale, la Spagna, che l’Italia guarda con un misto di paura (del «contagio») e solidarietà  latina. Tre tappe in tre giorni e l’ultimo giorno — 2 agosto — è lo stesso della riunione del board della Banca centrale europea: alle decisioni di Francoforte guarda con speranza chi si trova in maggiori difficoltà . Ufficialmente i capi di governo non fanno pressioni dirette sulla Bce, ma esprimere, proprio in questi giorni, linee comuni sui metodi tecnici per fermare l’emorragia può avere importanza. 
In tre giorni Monti triangola tre capitali anche nell’intenzione di accreditarsi come mediatore della crisi, come tramite tra intransigenti e pericolanti. Giocando le carte di un certo numero di «compiti a casa» assegnati dalle Ue e già  eseguiti e della sua personale esperienza in materia economica e di fatti europei. 
Doveva esserci anche l’Aia nel giro, ma il premier olandese Rutte, che affianca il duro asse Berlino-Helsinki, è dimissionario, ci saranno le elezioni anticipate. Meglio aspettare. 
La missione comincia martedì 31 luglio con un pranzo all’Eliseo Monti-Hollande. La richiesta è partita da Roma, ma Hollande è stato sentito più volte pronunciare dichiarazioni di stima nei confronti di Monti, pure in assenza di interlocutori italiani. 
Anche Hollande, con un peso specifico superiore, sta disegnando la sua Francia come snodo fra nord e sud Europa. Ha confermato l’asse con Mer kel in difesa dell’euro, come si è visto ieri, ma ha naturalmente favorito la dichiarazione congiunta Francia-Spagna per l’attuazione delle decisioni del Consiglio europeo di fine giugno. La Francia sembra uscita dalla fase di emergenza che ha attraversato prima delle elezioni presidenziali — ieri lo spread era poco sopra gli 80 punti — ma preme per unione bancaria e meccanismi anti-spread assieme agli spagnoli, pronta a fare fronte comune anche con l’Italia: tre dei grandi Paesi d’Europa. 
Il giorno dopo, sempre all’ora di pranzo, Monti sarà  a Helsinki per l’incontro con il premier finlandese Jyrki Katainen. Monti porterà  un dossier sulle riforme realizzate dal suo governo e spiegherà  anche quelle in programma a breve termine. Katainen presiede l’unico Paese per il quale Moody’s non ha decretato prospettive negative, il Paese con il miglior rapporto debito/Pil (50,5 per cento). Pochi abitanti (5 milioni e mezzo), ma tentazioni di rinchiudersi in un «euro forte» delle capitali virtuose. Richiesta di garanzie ferree per concedere la parte finlandese di prestiti a Grecia e Spagna. Monti rammenterà  al suo collega nordico i pericoli di una dissoluzione dell’area euro, che avrebbe effetti molto negativi anche sui Pil dei più solidi. 
Katainen è leader del partito conservatore «Coalizione nazionale» e guida un governo «arcobaleno» che ricorda l’Ulivo o l’Unione di Prodi, sei formazioni dal centro alla sinistra, con tutte le complicanze del caso. Monti vedrà , il mattino dopo, il presidente Sauli Niinisto e parlerà  all’assemblea degli imprenditori finlandesi. 
Poi, volo a percorrere l’intero continente lungo l’asse dei meridiani, per arrivare a pranzo alla Moncloa, con il primo ministro Mariano Rajoy. Si farà  il punto del viaggio e della situazione, che nel frattempo avrà  registrato nuovi sviluppi. Positivi, si spera. Quindi, sarà  ricevuto da re Juan Carlos.


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