«Marchionne insopportabile»

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«Marchionne è insopportabile come presidente dell’Acea, gli chiediamo di dimettersi», la replica del portavoce della Vw, Stephan Gruehsem (l’Acea è l’associazione europea dei costruttori di automobili). Gruehsem ha spiegato che, a seguito dei commenti di Marchionne «ancora una volta inqualificabili», Volkswagen sta valutando l’uscita dall’Acea,
Uno scontro esplicito, dunque. Fiat ieri non ha commentato la replica della Volkswagen. Due giorni fa, durante la conference call con gli analisti per la presentazione dei conti, il responsabile vendite della casa automobilistica tedesca, Christian Klingler, aveva respinto le accuse di Marchionne, sottolineando che la società  non persegue una politica di prezzi eccessivamente aggressiva in Europa, pur ammettendo che la concorrenza in Europa si stia intensificando. Volkswagen aveva appena comunicato conti in crescita nel secondo trimestre, risultati in contrasto con quelli delle altre case auto concorrenti come Psa Peugeot-Citroen, Ford e General Motors.
Ma ieri sulla questione è intervenuta anche la Commissione europea: «Non risultano abusi di Volkswagen su prezzi». La Commissione «non è a conoscenza di abusi o pratiche scorrette sui prezzi da parte di Volkswagen». Lo ha affermato il portavoce del Commissario europeo alla concorrenza Joaquin Almunia, Antoine Colombani, interpellato durante l’incontro di metà  giornata con la stampa a Bruxelles «Non ho visto le dichirazioni di Marchionne e non le commenterò – ha precisato Colombani – Penso che le regole europee sulla concorrenza sono conosciute e non sono a conoscenza di collusioni o abusi sulle pratiche dei prezzi da parte di Volkswagen».
Caustico il commento dei senatori Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante: «Le ultime esternazioni di Marchionne contro la politica dei prezzi di Volkswagen rasentano il surreale: l’ad di Fiat, che tutti i giorni dà  lezioni sulle superiori ragioni del mercato, in questo caso protesta contro l’idea stessa di concorrenza. O il numero uno di Fiat si sta scoprendo comunista, oppure deve risolvere qualche contraddizione con se stesso».


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