Lo spread a 537, come a novembre Piazza Affari al minimo storico Madrid, giallo su un appello alla Ue

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ROMA — Un giorno ad alta tensione. Di nuovo Italia e Spagna sono nel vortice dei mercati. Lo spread vola fino a quota 537, come ai tempi dello scambio di consegne tra Berlusconi e Monti, nel novembre 2011. La Borsa di Milano perde il 2,71%. E c’è pure un giallo politicodiplomatico: Madrid diffonde la notizia di un appello congiunto con Roma e Parigi perché si traducano in pratica le decisioni del consiglio Ue di fine giugno, quello che ha deciso lo scudo antispread, peraltro indispensabile in questi momenti di grande turbolenza. Due ore più tardi, invece, l’Eliseo e Palazzo Chigi smentiscono, confessando il loro «stupore» per una mossa «totalmente inventata ». Il governo Rajoy, che aveva perfino pubblicato la notizia sul sito web, è costretto a ritirarla. C’è invece un comunicato, questo sì congiunto, del ministro tedesco Schaeuble e del collega spagnolo de Guindos: «I tassi di Madrid, sono ingiustificati», è il succo. Anche la Catalogna chiede aiuto. Si torna a parlare di una nuova ristrutturazione del debito greco. Poi, nella notte, l’agenzia di rating Moody’s rivede al ribasso le prospettive del-l’Efsf, il fondo salva-Stati europeo, che passa da «stabile» a «negativo ». La decisione, spiega Moody’s, riflette il taglio del giorno prima dell’outlook di Germania, Olanda e Lussemburgo, essendo il rating dell’Efsf «sensibile ai cambi di rating dei Paesi con tripla A» con i contributi maggiori al fondo.
I mercati sobbalzano e l’Italia soffre. Così, mentre Monti convoca per oggi i partiti a palazzo Chigi, i sindacati avvertono che, ogni giorno, 1000 persone perdono il lavoro. Preoccupati per i contraccolpi della speculazione, i leader della «strana maggioranza» guardano all’Eurotower: Bersani invoca un intervento della Bce, Alfano chiede «poteri speciali» per Draghi. Il ministro Passera: «È ora che la Ue agisca». Implacabile lo spread avanza, sbriciolando un record dopo l’altro. A fine giornata torna appunto a livelli, per così dire, berlusconiani, con il rendimento del Btp al 6,59%, non lontano dalla soglia-limite che gli operatori collocano a quota 7%. Quando il Cavaliere era a palazzo Chigi il record del rendimento era stato però 7,25%. Nonostante lo stop delle vendite allo scoperto, Piazza Affari scivola ancora, i titoli bancari i più colpiti. L’indice Ftse Mib segna nuovi minimi dall’inizio della crisi. Con questo ulteriore calo del 2,71% tocca i 12.299,99 punti, il livello più basso dal lancio dell’euro.
Ecco, è in questo clima che si sviluppa il giallo. Stando a quel che si è potuto ricostruire, in effetti una riunione a tre Spagna, Francia e Italia c’è stata, a Bruxelles, tra i ministri per gli affari Ue Inigo Mendez da Vigo, Bernard Cazeneuve e Enzo Moavero Milanesi e in questa sede è emersa l’esigenza di fare in fretta. Anzi, proprio questo diceva il sito del governo spagnolo. Ma in una atmosfera già  surriscaldata per i sobbalzi delle quotazioni, c’è voluto un attimo perché il tutto fosse interpretato come una iniziativa comune delle tre Cancellerie, con un impatto diverso sia in chiave politica (verso i partner), che tecnica (sui mercati). Di sicuro questa ridda di affermazioni e smentite tradisce il nervosismo del governo Rajoy alle prese con una crisi gravissima, resa ancora più difficile dal Sos della Catalogna, asfissiata dai debiti. Il ministro de Guindos cerca una soluzione: ne discute con il collega tedesco Schaeuble in un colloquio che termina appunto con la nota congiunta. Oggi vedrà  il francese Moscovici. Ma secondo fonti ufficiali sentite dalla stampa spagnola, lo sbocco rischia di essere la richiesta di un salvataggio toutcourt: finanziarsi a questi tassi è arduo per Madrid. Ora lo spread è a quota 638, con il rendimento del bonos al 7,62%, cioè ben oltre la soglia psicologica del 7%. La Borsa di Madrid registra le incertezze e fa un tonfo record: — 3,58%. Come non bastasse, resta incerta la sorte della Grecia: la troika è ad Atene; non si esclude una nuova ristrutturazione del debito.


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