«Ospedali, via 7 mila posti Non ridurremo i servizi»

Loading

ROMA — «Settemila posti letto in meno negli ospedali pubblici a partire dal 2013». Sarà  questo il primo effetto dei tagli alla sanità  previsti dalla spending review, il decreto di revisione della spesa pubblica. Lo annuncia il ministro della Salute, Renato Balduzzi, parlando a un convegno del Pd, e spiegando che questo non significherà  «una riduzione dei servizi ai cittadini», ma solo «una razionalizzazione», nell’ottica di raggiungere lo standard di 3,7 posti letto per mille abitanti, invece dei 3,9 attuali.
La sforbiciata dei posti letto, assieme alla riduzione sostanziosa delle spese per i farmaci e per gli acquisti, farà  risparmiare quasi 8 miliardi. È la direzione giusta, secondo l’Unione europea: le misure del governo Monti «sono completamente in linea con le raccomandazioni fatte all’Italia», approva Olli Rehn, il commissario Ue agli Affari economici e monetari. E anche la Corte dei Conti dà  il suo benestare: con la spending review «ha inizio un procedimento virtuoso», sottolinea il presidente Luigi Giampaolino, ricordando che «la Corte lamentava che nelle precedenti manovre si agiva sul lato delle imposizioni mentre quella che andava aggredita era la spesa». Ora «si comincia una revisione della spesa in settori che la Corte aveva sempre indicato», conclude il presidente della magistratura contabile.
Le proteste però non mancano. Le Regioni sono già  sul piede di guerra e paventano il rischio di implosione del sistema che «con questi tagli non può reggere» e anzi è spinto «verso la sanità  privata». Il presidente del Veneto, il leghista Luca Zaia, si spinge più in là : «Sono assolutamente convinto che la spending review, così come è impostata sia incostituzionale. Quindi faremo ricorso alla Consulta, è il minimo». Le Regioni virtuose, quelle che sono già  in linea con i nuovi parametri stabiliti dal decreto spending review, non verranno toccate, assicura Balduzzi, pronto a vedere già  oggi i governatori.
Le Regioni in lotta potranno contare sull’appoggio del Partito democratico. «Il Tesoro comanda a livelli inverecondi — ha detto ieri il segretario Pier Luigi Bersani —. Bisogna riprendere una discussione con il ministro della Salute, con il Tesoro e le Regioni. Non vorrei che ci fosse una rottura istituzionale». Oltre a convincere gli enti locali della bontà  dell’intervento del governo, il ministro dovrà  però vedersela anche con i farmacisti. Secondo Federfarma, che ha indetto una manifestazione per oggi pomeriggio a Montecitorio, ci sono «20 mila posti di lavoro a rischio» per i nuovi tetti alla spesa farmaceutica nazionale. Critici anche i chirurghi ospedalieri: il presidente, Luigi Presenti, parla di «colpo di scure sul sistema pubblico e sulla qualità  dei servizi».
E un altro fronte potrebbe essere aperto dai ricercatori: il decreto prevede la soppressione dell’Inran, l’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione. Un taglio che comporterà  «il rischio di perdere ottanta posti di lavoro e la dispersione di un patrimonio di ricerca scientifica», come hanno spiegato ieri i dipendenti protestando davanti al ministero dell’Agricoltura.
Non è l’unico istituto a invocare l’aiuto del presidente: in una lettera indirizzata a Giorgio Napolitano e al presidente del Consiglio un gruppo di intellettuali, da Marco Bellocchio ad Alberto Asor Rosa, chiede che non ci siano nuovi tagli ai Beni culturali. «Recupereremo una parte delle risorse», risponde indirettamente il ministro alla Ricerca, Francesco Profumo, che ha convocato per giovedì i presidenti degli Enti di ricerca.


Related Articles

Diritto all’abitare. Nel 2022 ripartono gli sfratti, a rischio centomila famiglie

Loading

Casa. Il blocco dichiarato all’inizio della pandemia scade il primo gennaio. Secondo la stima di Unione inquilini incombono 100 mila sfratti. E altrettante sarebbero le esecuzioni immobiliari causate da insolvenza di mutui o debiti

Dal G8 di Genova al caso Cucchi, la fiera del falso di Stato

Loading

Gli ultimi sviluppi del caso Cucchi dovrebbero spingerci a mettere a fuoco due fenomeni emersi dal 2001 in poi: da una parte l’attitudine delle nostre forze dell’ordine, in determinate circostanze, a mentire e falsificare gli atti

Nasce l`Osservatorio sulla legge “328“

Loading

Il nuovo organismo sarà gestito da Cgil, Cisl, Uil, Anci, Legautonomie e Forum Terzo Settore ROMA – E` nato oggi

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment