“Madrid non ha bisogno di aiuti ma consiglio ai falchi dell’euro di dimostrare più pazienza”

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BERLINO â€” «Escludo nuove concessioni alla Grecia, consiglio alla Spagna di dare prova di pazienza, ma lo stesso consiglio lo impartisco a economisti tedeschi ortodossi, insomma ai falchi. E ricordiamoci tutti che nessun altro Paese dell’eurozona trae tanti vantaggi dall’euro come la Germania ». Ecco quanto ci dice il ministro delle Finanze federale, Wolfgang Schaeuble, alla vigilia delle consultazioni con il Segretario di Stato al Tesoro Usa, Tim Geithner, con il presidente della Bce, Mario Draghi, e con il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann.
Il vicecancelliere, Philipp Roesler, si è detto molto scettico sulle possibilità  della Grecia di restare nell’eurozona. Che ne dice?
«Presumo che Roesler abbia parlato da capo del suo partito. Ma in questi tempi difficili anche un leader di partito ha grandi responsabilità  sulle spalle, tanto più quando è anche vicecancelliere. E davvero quelle sue dichiarazioni non sono state d’aiuto nella lotta contro la crisi».
Il premier greco Samaras ha definito ‘irresponsabili’ le dichiarazioni di Roesler. Lo capisce, è d’accordo?
«Non mi pare che Samaras abbia tentato di dire al popolo greco che il partito liberale tedesco sia responsabile per i problemi di Atene. E non voglio criticare altri governi. Ma ognuno deve rispettare gli impegni presi. La Germania lo fa, per esempio mantenendo
una politica di rigore ma favorevole alla crescita. L’Ocse, l’Fmi, la Commissione europea, tutti dicono che noi facciamo una politica fiscale giusta. Ecco così anche la mia risposta alla decisione di Moody’s».
Il monito di Moody’s non la allarma?
«Giudico errata la scelta di Moody’s. Naturalmente la crisi dell’eurozona crea rischi. Ma nessun altro Paese approfitta e trae vantaggi dalla moneta unica e si rafforza con l’euro come la Germania. Per questo è anche giusto che noi tedeschi diamo un contributo forte alla soluzione della crisi. E poi mi lasci dire che i mercati finanziari non prendono tanto sul serio le agenzie di rating».
Non teme rincari degli interessi del debito tedesco?
«No, e comincio le vacanze tranquillo. Finché la Germania avrà  un tasso d’interesse così basso sul debito sovrano, è bene per me perché calano le spese. D’altra parte per me, ministro delle Finanze, è anche un segnale che i mercati non sono in ordine. Se la Germania alle aste dei Bund riceve denaro praticamente gratis è segno di una profonda insicurezza».
L’insicurezza però viene soprattutto dalla Grecia: secondo l’istituto Ifo di Monaco se Atene resta nell’euro ciò costerà  alla Germania 89 miliardi, se esce 82, cioè risparmieremmo, non crede?
«Penso che le lattaie debbano presentare solo conti da lattaie, con i professori e gli accademici è diverso. Professori e accademici generosamente finanziati dal governo e quindi dai contribuenti, hanno una responsabilità  particolare. I conti che lei
menziona sono un esempio di come questa responsabilità  non è presa molto sul serio: i rischi vengono equiparati a perdite nel bilancio. E’tutt’altro che scientificamente corretto».
Moody’s dice che la Germania è a rischio per la prospettiva di crescenti costi per la crisi greca e dell’eurozo-na,
lei è d’accordo?
«I greci vogliono rinegoziare le condizioni del programma d’aiuti. Il problema non è che il programma d’aiuti contenga errori, bensì che è stato applicato in modo insufficiente dalla Grecia. L’appartenenza a un’unione monetaria mette ogni Paese sotto un grande pressing di esigenza di competitività . Il Paese non può risparmiarsi profonde, dure riforme per migliorare la sua competitività , e intanto la Grecia deve arrivare a un indebitamento sostenibile con una riduzione del deficit».
Sono le sue richieste al nuovo governo greco?
«Non ci aiuta adesso parlare di più soldi o più tempo. Non è questione di generosità .
La questione è se esista una via plausibile per farcela per la Grecia. Il programma d’aiuti ha già  dato concessioni, non vedo ulteriore spazio di manovra per nuove concessioni. Si potrebbe ridurre il debito greco, per esempio abbonando ad Atene i pagamenti degli interessi per i crediti degli Stati dell’eurozona. Anche la Bce potrebbe rinunciare alle sue richieste, e possiede titoli sovrani greci. Abbiamo appena concesso un haircut del debito presso creditori privati di oltre il 50%. Mi sono impegnato per questa scelta più di altri, e la Banca centrale, sottolineo, è indipendente».
Si fida ancora delle banche e cosa deve cambiare nel sistema finanziario internazionale?
«Molti in quel mondo hanno meritato fiducia, altri no. Nella crisi abbiamo imparato dolorosamente che dobbiamo sottoporre i mercati finanziari a una regolamentazione più severa. Credo nella superiorità  dell’economia di mercato, ma essa ha bisogno di regole dei giochi, altrimenti ordinamenti troppo liberi si distruggono da soli. Nella deregulation negli anni ‘90 siamo andati troppo oltre. E dobbiamo fare di più, anche nel senso di regolamentazione dei compensi e bonus dei manager».
Lei ha appena visto il ministro dell’Economia spagnolo De Guindos: è disperato?
«Il governo spagnolo non è disperato. Ha preso tutte le decisioni necessarie e le mette in atto. Merita rispetto, sono misure molto impopolari. I mercati finanziari non onorano ancora queste scelte, ma il loro apprezzamento verrà . Si fa presto a perdere la fiducia, ci vuole molto a riconquistarla. La Spagna ha bisogno di tempo, il programma di riforme avrà  buoni effetti anche sui mercati finanziari».
Ma ce la farà  la Spagna a resistere tanto a lungo?
«I bisogni finanziari della Spagna a corto termine non sono così grandi. Fanno male gli alti tassi, e creano molta insicurezza, ma il mondo non crolla se si devono pagare un po’ di punti percentuali in più nelle aste dei titoli pubblici».
Non rischiamo che la Spagna non riesca più a piazzare i suoi titoli sovrani?
«Conosco questi timori. Per questo abbiamo preparato un generoso pacchetto di aiuti: per ricapitalizzare le banche Madrid ottiene fino a 100 miliardi, e abbiamo messo a disposizione altri 30 per un possibile aiuto immediato nel Fesf».
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