Scandalo Barclays, si dimette il presidente
LONDRA — Il lunedì della City si è aperto con le dimissioni eccellenti di Marcus Agius, presidente di Barclays, con tanto di scuse messe per scritto, ed è proseguito fra rivelazioni su un possibile coinvolgimento nelle frodi della Banca d’Inghilterra e l’attenzione concentrata sull’amministratore delegato di Barclays Bob Diamond, considerato da molti il vero responsabile. L’annuncio pomeridiano del premier Cameron e del ministro delle Finanze George Osborne dell’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare con pieni poteri per indagare sullo scandalo del Libor truccato è stato subito accolto dalle critiche dei laburisti: per Ed Miliband, serve un’inchiesta «autonoma dai banchieri e dai politici». Solo la notizia che i 290 milioni di sterline della multa comminata a Barclays andranno ai cittadini e non a rifondere altre banche è stata accettata con favore.
«Lo scaricabarile finisce qui»: per rassegnare quelle che sono le prime dimissioni dopo la multa, Agius ha scelto una frase rassicurante, scrivendo poi che ci sono «standard di comportamento nella nostra banca: devo riconoscere le mie responsabilità e farmi da parte». Giudizio il più possibile duro, il suo, tenuto conto del fatto che è stato già accusato sia per non aver protetto gli azionisti dalla crisi del 2008, che per i generosi emolumenti concessi a Diamond. Giovedì sarà sentito dalla Comta
missione del Tesoro sul Libor, ma domani toccherà a Diamond. La sua è la testimonianza più attesa: secondo le indiscrezioni, parlerà di colloqui con la Banca d’Inghilterra dai quali Barclays si sarebbe sentita autorizzata a “operare” sui tassi.
Ieri sul Financial Times emergevano i dettagli di una telefonata del 2008 fra lui e il vice governatore della banca centrale Paul Tucker. I documenti ufficiali delle autorità inglesi e statunitensi che hanno imposto la multa dicono che il 29 ottobre del 2008 un dirigente della Banca d’Inghilterra e un dirigente Barclays hanno parlato al telefono del fatto che Barclays forniva stime dei tassi del Libor più alte delle altre banche: Dopo, dei dirigenti di Barclays chiesero di abbassare le stime agli impiegati, che eseguirono «credendo erroneamente che c’era un ordine della Banca d’Inghilterra in tal senso, per come era stato loro indicato dai dirigenti ». Per l’inchiesta i dirigenti che hanno conversato non sono colpevoli. Al telefono, secondo fonti del Financial Times, c’erano Tucker e Diamond, mentre la Bbc rivela che di quella conversazione, non registrata, i due hanno «ricordi diversi». La Banca d’Inghilterra si difende, definendo «senza alcun senso» l’ipotesi che sapesse delle manipolazioni del Libor, ma la testimonianza di Diamond di mercoledì può diventare una sorpresa sgradevole per Tucker, candidato a succedere al governatore Mervyn King l’anno prossimo, e per l’intero istituto centrale.
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