Stop del Fmi sugli aiuti alla Grecia

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Il Fondo monetario internazionale valuta l’idea di bloccare gli aiuti alla Grecia. La notizia, riportata da Der Spiegel, arriva in un momento di grande turbolenza dei mercati e alla vigilia della missione della troika ad Atene. Citando fonti autorevoli del Fondo, il settimanale tedesco riferisce che l’organismo di Washington sarebbe intenzionato a non fornire la sua quota di aiuti alla Grecia prevista per settembre. Appare infatti chiaro all’istituto guidato da Christine Lagarde che Atene non riuscirà  a centrare gli obiettivi del memorandum. In questo contesto, spiega ancora lo Spiegel, è altrettanto improbabile che Atene riesca a restituire alla Bce i 3,8 miliardi di obbligazioni in scadenza il 20 agosto. Le misure contenute nel programma di assistenza non sono mai state applicate per intero, mentre il nuovo governo greco punta a ridiscutere le condizioni nelle prossime settimane. Il ministro delle Finanze Yannis Stournaras, che incontrerà  giovedì gli esperti della Ue, della Bce e del Fmi, spera di convincerli della buona volontà  del suo Paese ma soprattutto conta di rinegoziare il pacchetto di austerità . Ma al Fondo monetario da qualche tempo c’è sempre meno fiducia nella capacità  della Grecia di rispettare gli impegni. E ora i principali Paesi aderenti rappresentati nel consiglio d’amministrazione del Fondo, economie emergenti e Stati Uniti in testa, non sarebbero più disposti ad allentare le maglie. L’intenzione di non concedere gli aiuti sarebbe già  stata comunicata all’Unione Europea, anche se da Bruxelles non viene nessuna conferma: «Non sappiamo da dove vengano queste informazioni dello Spiegel su cui non facciamo commenti», ha dichiarato il portavoce del commissario Ue agli Affari monetari Olli Rehn. 
Con il Fmi che si smarca dal salvataggio greco, sarà  più difficile contenere il malcontento dei Paesi europei in «tripla A» come Germania, Paesi Bassi e Finlandia, sempre più riluttanti a finanziare un Paese che potrebbe non essere in grado di ripagarli. È questo il contesto in cui si fa largo l’idea di lasciar uscire Atene dall’euro. Secondo loSpiegel, per alcuni Paesi dell’eurozona, un’uscita della Grecia dall’euro adesso sarebbe controllabile. Ieri anche esponenti del governo tedesco hanno evocato quello che fino a pochi mesi fa era considerato un tabù. «Per me un’uscita della Grecia non rappresenta più da tempo uno spauracchio», ha dichiarato a una tv tedesca il ministro dell’Economia Philipp Rà¶sler. «Se la Grecia non rispetterà  gli impegni, potranno non esserci più aiuti e i greci capiranno da soli che per loro è meglio lasciare l’euro», ha aggiunto. Su eventuali rinegoziazioni con Atene ha troncato la questione il ministro degli Esteri di Berlino, Guido Westerwelle: «Così non va, non consentiremo cambiamenti sostanziali agli accordi». In questo clima oggi i titoli di Stato di Italia e Spagna torneranno alla prova del mercato, con spread e quotazioni azionarie su cui si misurerà  anche l’effetto delle parole di Mario Draghi. Sabato il presidente della Banca centrale europea aveva detto che l’euro è irrevocabile e l’Eurotower «non ha tabù» nell’agire. 
Nel frattempo, chi sembra voler aiutare davvero la Grecia è l’ex presidente Usa Bill Clinton, che ieri era ad Atene dal premier Antonis Samaras per discutere con lui di piani di investimento stranieri in Grecia. Clinton organizzerà  una raccolta fondi privata. Si chiama «Iniziativa Ellenica», anche se nasce negli Stati Uniti, e riguarda un piano di investimenti e aiuti di decine di milioni messo a punto da imprenditori di origine greca che hanno attività  all’estero e cercano di aiutare il proprio Paese.


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